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pubblicato ad aprile 2025

prossimamente 2025

scienza

Scienziati che hanno fatto communicare il mondo!!!

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Dalle prime forme di comunicazione, che risalgono a migliaia di anni fa, come segnali visivi o sonori oppure segnali di fumo o segnali di tamburo, siamo arrivati oggi ad inviare idee e informazioni in un batter d’occhio, grazie alla nascita della rete internet. Inoltre, per secoli l’unica forma di comunicazione a distanza era attraverso la “parola scritta”, o meglio dire attraverso lettere.

L’invenzione del telefono “moderno”, cioè funzionante tramite l’energia elettrica, avvenne nella seconda metà dell’Ottocento. Tuttavia, già nel X secolo in Cina furono inventati i “tubi parlanti“, cioè semplici tubi all’interno dei quali far passare la voce, ai quali nei secoli successivi subentrarono i telefoni acustici più efficienti (due recipienti collegati da un filo).

Agli inizi del XIX secolo, lo sviluppo delle ferrovie, insieme ai progressi nella distribuzione delle reti elettriche, crearono le condizioni per la nascita del secondo mezzo di comunicazione a distanza: il telegrafo.

Dal telegrafo al telefono...

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Nel 1840, Samuel Morse, inventando il telegrafo, trasformò per la prima volta la voce in impulsi elettrici, che potevano “viaggiare” da una parte all’altra attraverso un sistema di cavi. In queli stessi anni diversi studiosi cominciarono a pensare a un metodo che convertisse le vibrazioni elettriche generate dalla voce non in segnali ma in suoni.

Per moltissimo tempo si è ritenuto che il “telefono moderno” nacque il 14 febbraio 1876, quando lo scozzese Alexander Graham Bell (1847-1922) depositò un brevetto sul “telegrafo parlante“, solamente un paio di ore prima di Elisha Gray (1835-1901). Come detto prima, molti inventori avevano già lavorato in precedenza a un sistema per la trasmissione a distanza della voce, ma uno dei più noti fu l’italiano Antonio Meucci (1808-1889) che, nel giugno del 2002, è stato riconosciuto dal Congresso degli Stati Uniti come il primo inventore del telefono.

Oltre all’invenzione del telettrofono, Meucci propose varie invenzioni tra cui le candele steariche, oli per vernici e pitture, bevande frizzanti, condimenti per pasta e riso e una tecnica per ottenere pasta cellulosica di buona qualità.

Antonio Meucci

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Cosi, nel 1834, Antonio Meucci inizia a lavorare all’invenzione del telefono a Firenze, in un piccolo sgabuzzino, assegnatogli al Teatro della Pergola, dove impiantò il suo primo laboratorio. Il lavoro al teatro fu per Antonio un’esperienza di altissima professionalità. In questo teatro si faceva un po di tutto, dalla meccanica alla chimica, dall’ottica all’elettricità e in generale tutta la fisica, oltre alle arti figurative.

Qui costrui un telefono acustico per comunicare attraverso un’imboccatura, dal piano del palcoscenico alla graticcia di manovra, posta a circa 18 metri di altezza, grazie a un tubo acustico che correva incassato nel muro. Questa innovazione di Meucci fu gradita da tutto il personale del teatro e particolarmente dai “soffittisti“, non tanto per il bisogno di trasmettere gli ordini in silenzio, quanto più per permettere di lavorare in sicurezza e con facilità.

Trasferimento a Cuba

A quel tempo l’Opera Italiana era al culmine della celebrità in tutto il mondo e molti impresari stranieri venivano in Italia per scritturare le compagnie italiane. Tra questi, Don Francisco Marty y Torrens, impresario teatrale proveniente dall’Avana, pensò che avrebbe potuto mettere insieme una troup in Italia, farla debutare e recitare, per un paio di stagioni, al “Teatro Principal”, il piu importante teatro dell’Avana.

Don Francisco scritturò ben 81 persone, per i più svariati ruoli e ad ogni livello, con un contratto di 5 anni, tra cui Antonio Meucci e sua moglie Ester. Ester sarebbe stata assunta come “direttrice della sartoria” del teatro e Antonio avrebbe “assunto le funzioni di ingegnere, macchinista e disegnatore scenico.” Inoltre, avrebbero potuto allogiare, a costruzione ultimata, in uno degli appartamenti che erano previsti nelle dipendenze del nuovo teatro. I quindici anni all’Avana furono per i coniugi Meucci i più felici e i più redditizi della loro vita.

Trasferimento in America

Il 23 marzo 1850, tutti i componenti dell’Opera Italiana, insieme alla famiglia al completo dell’impresario, dato il crescente interesse per l’opera da parte degli americani, partirono per Charleston, negli Stati Uniti. Antonio non partì con loro, molto probabilmente a causa della morte della figlia, avvenuta a ridosso della progettata partenza.

Le notizie ufficiali lasciano intendere che la coppia non ha avuto figli nei 10 anni precedenti, probabilmente a causa di una grave forma di “sifilide” incontrata da Antonio a 21 anni.

Tuttavia, il giornale newyorkese “The Sun” (fonte ritenuta molto affidabile), riporta nel necrologio di Antonio Meucci, del 19 ottobre 1889: “In 1850 Meucci come to New York from Cuba, where his only child, a girl of 6, had just died“. In seguito ad una notizia diffusasi, inizialmente quasi come una leggenda metropolitana, e ben documentata dal giornalista Mimmo Mòllica nel 2012, fu possibile affermare con certezza che Antonio Meucci e Ester Mochi ebbero un figlio, Carlo Meucci, nato nel 1972. Carlo, in America, rischiava di essere rapito dalla Mano Nera, e per questo motivo il padre volle affidarlo a una donna calabrese perché lo portasse in Italia.

Meucci e Garibaldi

Il 1 maggio 1850 i coniugi Meucci sbarcarono a New York, stabilendosi quasi subito a Cliffton, un piccolo quartiere nell’isola di Staten Island, dove rimasero fino alla morte. Antonio acqusitò un cottege (oggi trasformato nel Garibaldi-Meucci Museum) e aprì una fabbrica di candele steariche, secondo un progetto di sua concezione. Garibaldi, anch’esso giunto a New York, venne ospitato da Maucci tra il 1850 e il 1853, come possiamo constatare dalle sue memorie in cui scrive:
Antonio si decise a stabilire una fabbrica di candele e mi offrì di aiutarlo nel suo stabilimento. Lavorai per alcuni mesi col Meucci, il quale non mi trattò come un lavorante qualunque, ma come uno della famiglia, con molta amorevolezza.”

La birra lager di Meucci

La fabbrica, sebbene fosse la prima del suo genere nelle Americhe, non ebbe molto successo e Antonio la trasformò successivamente in una fabbrica di birra lager, molto richiesta nella zona. Anche questo tentativo andò male, a causa di un certo J.Mason, a cui Meucci aveva affidato la direzione amministrativa e commerciale. Il 13 novembre 1861, il cottage dei coniugi Meucci, con tutto il contenuto, venne venduto all’asta, ma fortunatamente il compratore gli consentì di abitarci senza pagare alcun affitto.

Da quel momento la loro situazione economica continuò a peggiorare ulteriormente. Antonio per poter comunicare con la moglie (costretta a letto da una grave forma di artrite reumatoide) al secondo piano del cottage, mise a frutto la sua scoperta dell’Avana del 1849 e realizzò un collegamento telefonico permanente tra la camera da letto di sua moglie e la cantina, poi di qui al suo laboratorio esterno.

Dalla birra lager ai telefoni

Dal 1851 al 1871, Meucci provò, sul collegamento, più di trenta telefoni di tipi diversi di sua concezione. Riuscì ad ottenere un primo soddisfacente risultato tra il 1858 e il 1860, usando un nucleo magnetico permanente, una bobina e un diaframma, ma fu solo tra il 1864 e il 1865 che ne riuscì a realizzare uno praticamente perfetto.

Nello stesso anno, fu data dalla stampa, la notizia dell’invenzione di un telefono da parte del valdostano Innocenzo Manzetti. Antonio in quest’ocasione rivendicò la sua proprietà, con una lettera inviata al direttore del Commercio di Genova, il 13 ottobre 1865, e che venne pubblicata il 1 dicembre. Inoltre, il 30 luglio 1871, alla già disagiata situazione economica, si aggiunse un’ulteriore sciagura a causa dell’esplosione del traghetto Westfield, che collegava New York a Staten Island, e che rese Meucci infermo per molti mesi. Ciò nonostante, ancora convalescente, si impegnò con tutte le sue forze per rendere operativa la sua invenzione.

Il telettrofono di Meucci

Il 12 dicembre 1871, Meucci fondò con tre italiani la Telettrofono Company. Il contratto prevedeva inoltre di estendere le attività della società in ogni stato d’Europa e del mondo. Tutavia, la compagnia si dissolse nel giro di un anno e il 28 dicembre 1871 Antonio Meucci depositò presso l’Ufficio Brevetti statunitense, a Washington, il caveat n. 3335 dal titolo Sound Telegraph, in cui descriveva la sua invenzione, in attesa di trovare i 250 $ per depositare un brevetto regolare.

Nell’estate del 1872, Antonio Meucci si rivolse al Vice Presidente Mr. Edward B.Grant del American Disctrict Telegraph Co. di New York, del quale erano consulenti Alexander Graham Bell ed Elisha Gray, affinché gli fosse concesso di sperimentare il suo telettrofono nelle linee telegrafiche di quella compagnia. Poiché Grant, dopo aver promesso il suo aiuto, tergiversava con pretesti vari, dopo due anni Meucci richiese la restituzione dei suoi progetti e disegni, ma gli fu risposto che erano stati smarriti. Nel dicembre 1874, Antonio non riuscì più a trovare qulcuno che gli prestasse i 10$ necessari per pagare la tassa annuale di mantenimento del suo caveat e pertanto, esso decadde il 28 dicembre 1874, secondo quanto previsto dalla legge brevettuale statunitense di quel tempo.

Tuttavia, alcuni critici hanno messo in dubbio tale aspetto della vicenda, poiché Meucci fu in grado di brevettare altre invenzioni (non correlate al telefono) al costo di 35$ l’una, negli anni 1872, 1873, 1875 e 1876.

Venerdi 18 ottobre 1889 alle ore 9:40 antimeridiane, Antonio Meucci morí nella sua casa a Clifton, Staten Island, poco prima che la società “Globe Telephone Company” presentasse la sua sentenza, ancora fiducioso nel pieno riconoscimento della sua invenzione. Le sue ceneri si trovano al Garibaldi Meucci Museum di Staten Island, New York, assieme alla tomba di sua moglie Ester.

Guglielmo Marconi e la radio

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Marconi iniziò i suoi esperimenti nella tenuta di famiglia a Bologna, Italia, nel 1895. Ispirato dal lavoro di Heinrich Hertz e influenzato dalle teorie di Maxwell e dalle ricerche di altri scienziati come Tesla, si dedicò alla trasmissione di segnali elettromagnetici senza fili. Il suo obiettivo era sviluppare un sistema pratico per la trasmissione wireless di informazioni attraverso il codice Morse, un mezzo già ampiamente utilizzato nelle comunicazioni via telegrafo.

Ricezione e trasmissione

Utilizzando, quindi, apparecchiature di ricezione e trasmissione già esistenti, Marconi adottò un’antenna, novità rivelatasi determinante per il successo della comunicazione. L’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l’apparecchio che aveva costruito si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, anche nel superare ostacoli naturali, come la collina che si trovava nella sua proprietà. Questo esperimento dimostrò che le onde radio potevano viaggiare oltre la linea visiva, contrariamente a quanto si credeva in precedenza.

Con il passare del tempo, Marconi continuò a perfezionare il suo sistema, aumentando progressivamente la distanza di trasmissione. Il suo lavoro culminò in un evento storico nel 1901, quando riusci a trasmettere un segnale radio attraverso l’Atlantico, da Poldhu in Cornovaglia, in Inghilterra a St.John’s, a Terranova in Canada. Questa impresa straordinaria dimostrò la fattibilità della comunicazione radio su lunghe distanze e segnò l’inizio dell’era della comunicazione wireless globale.

La Radio, informazione, intrattenimento ed educazione

Nel corso del XX secolo, la radio si è evoluta in modo significativo. Dagli inizi come strumento per la comunicazione marittima e militare, è diventata un mezzo di informazione di massa, di intrattenimento e di educazione.

Con l’avento della tecnologia digitale, la radio ha subito un’ulteriore trasformazione. La radio digitale, come la DAB (Digital Audio Broadcasting), offre un audio di qualità superiore, una maggiore scelta di stazioni e servizi aggiuntivi come testo e immagini.

Inoltre, l’integrazione con Internet ha dato origine alla radio via Internet e ai podcast, permettendo agli utenti di ascoltare contenuti radiofonici da tutto il mondo tramite computer, smartphone e altri dispositivi connessi, con una personalizzazione e un controllo mai visti prima.

Il Computer

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Il computer è la versione più evoluta di una serie di strumenti di calcolo inventati sin dall’antichità tra i quali l’abaco, la Macchina di Anticitera, i bastoncini di Nepero. Nel Medioevo, strumenti come l’astrolabio venivano utilizzati per misurazioni astronomiche e calcoli complessi.

Il passaggio da macchhina calcolatrice a vero e proprio computer (nel senso di dispositivo programmabile) si deve a Charles Babbage e alla sua macchina analitica, progettata nel 1833, anche se mai realizzata. Tale macchina e considerata comunque il primo esempio di computer della storia. Si trattava di una colossale macchina ad ingranaggi, alimentata a vapore e dotata di input, output, unità di memoria, di unità di calcolo decimale con registro dell’accumulo dei dati e di un sistema di collegamento tra le varie parti e contrariamente a quanto si potrebbe pensare, era interamente digitale.

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Olivetti Programma 101

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Nel corso del XX secolo, inoltre, importanti progressi nel campo dell’elettronica, come il transistor e il circuito integrato e dell’informatica hanno contribuito all’evoluzione del computer nella sua forma attuale passando da dispositivo elettronico presente solo in aziende e centri di ricerca, a dispositivo ad uso comune ed a consumo di massa per gli utenti comuni.

L’inizio della storia dell’informatica distribuita, con macchine programmabili da tavolo definibili personal computer, può collocarsi all’inizio degli anni 1960, con la Olivetti Programma 101, progettata dall’ingegnere Pier Giorgio Perotto, negli anni 1962-1964. È stata considerata rivoluzionaria ed è indubbiamente una pietra miliare tra le macchine elaboratrici compatte. Priva di sistema operativo o di interfaccia grafica, poteva però già memorizzare i programmi su scheda magnetica.

Apple

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Una semplice scheda madre completamente assemblata la Apple I, è stato il primo computer prodotto da Apple e uno dei primi microcomputer personali della storia. Per renderlo operativo era necessario aggiungere un alimentatore, una tastiera e l’interfaccia grafica, cioè il display. Ideato da Steve Jobs e Steve Wozniak e progettato da quest’ultimo, fu presentato per la prima volta nel aprile del 1976. Jobs e Wozniak ne assemblarono 50 unità per un’ordine del Byte Shop di Paul Terrell, lavorando nel garage della famiglia Jobs. I primi personal computer di successo per il mercato di massa furono presentati e venduti nel 1977, ma fu solo nel 1981 che fece la sua comparsa nel mercato il primo di una serie di personal computer che divenne molto popolare: l’IBM 5150, meglio conosciuto come PC IBM, il cui costo era ancora elevatissimo, 3.000 dolari.

Oggi, i computer sono presenti in molte forme diverse, come laptop, tablet, smartphone e server. Secondo un recente sondaggio dell’Unione Europea, il 27,6% dei citadini Europei ha a casa un computer e il 40% lo usa a lavoro, ma ciò che può aiutare a comprendere le prospettive di diffusione del computer è il fatto che oltre il 20% degli intervistati (corrispondenti a circa 60 milioni di persone) è interessato all’acquisto di un computer per collegarsi ad Internet. Circa 5 miliardi di persone si connettono ogni giorno ad Internet. La maggior parte lo fa per utilizzare i “Social Networks”: per tenersi in conttato con gli amici o per divertimento e anche per lavoro.

I Social Network

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Il primo Social Network della storia corrisponde al sito americano SixDegrees, lanciato a New York, nel 1997, dal suo fondatore Andrew Weinreich. SixDegrees consentiva agli utenti di creare profili, elencare i propri amici e, a partire dal 1998, navigare negli elenchi di amici. Tuttavia il portale non riuscì a raggiungere la sostenibilitá economica e nel 2000 il sito venne chiuso.

Altri social network nel corso degli anni riuscirono a raggiungere decine di milioni di utenti, come ad esempio MySpace, fondato nel 2003.

Il piattaforma che ha preso più piede rimane Facebook. Stando alle ultime statistiche oggi, il piattaforma ha 3 miliardi e 65 milioni di utenti. Questo numero rapresenta circa il 37, 7% della popolazione mondiale e il 57% degli utenti internet globali. Facebook nasce il 4 febbraio del 2004, un sito che nel corso del tempo ha rivoluzionato il nostro modo di relazionarci con le persone. Inizialmente era stato destinato agli studenti dell’Università di Harvard, oggi è il social network più diffuso al mondo.

Seguono YouTube, con 2 miliardi e 504 milioni di utenti, e Instagram e WhatsApp a parimerito con 2 miliardi di utenti attivi mensilmente. Instagram, che condivide il terzo posto con WhatsApp, continua a crescere significativamente. TikTok, che ha mostrato una crescita impressionante negli ultimi anni, si trova in quinta posizione con 1 miliardo e 582 milioni di utenti.

Pro e Contro

Se Internet a scuola, inteso come accesso alle informazioni presenti in rete, è una risorsa utile sotto vari aspetti, i social media, come Facebook, Instagram, TikTok e YouTube, per citare i principali, possono essere un’arma a dopio taglio per bambini e ragazzi.

Condividere informazioni e la possibilità di parlare con persone in tutto il mondo ed in tempo reale, sono tra i più grandi vantaggi che i social network offrono. Ma esistono anche numerosi svantaggi, come il rischio di una dipendenza o di cyberbullismo a cui i social network espongono. Quest’ultimo è un fenomeno molto serio, soprattutto per i più giovani. Il 70% ammette di esserne stato vittima al meno una volta, tra il 15% ed il 40%, invece, ne sono oggetto abituale.

Quindi sta a noi adulti, a fare in modo che i più giovani abbiano tutte le informazioni necessarie al riguardo, conoscere bene anche i svantaggi dell’utilizzo di tali piattaforme, per evitare il più possibile tali svantaggi. Impaiamo a fare il giusto utilizzo degli strumenti a disposizione. Il mondo e cosi grande e cosi bello da scoprire!!!

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Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

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