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༺☆ Buon Natale!!! ☆༻

⋆꙳ La Festa del Natale! ⋆꙳

🎅🏼 Babbo Natale!!! 🎅🏼

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Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus oppure Father Christmas nei paesi anglofoni, derivano principalmente dallo stesso personaggio storico, San Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città della Licia, una provincia dell’Impero bizantino, che si trova nell’attuale Turchia).

Si racconta che San Nicola ritrovò e riportò in vita tre fanciulli, rapiti ed ucisi da un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bambini. L’appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di San Nicola.

.𖥔 ݁ ˖ San Nicola di Bari .𖥔 ݁ ˖

San Nicola di Bari, noto anche come San Nicola di Myra, San Nicolao, San Nicolò, è stato un vescovo romano del IV secolo, venerato come santo della chiesa cattolica, della chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane. In Europa (in particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria, Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia ed in alcune parti d’Italia e della Francia) viene ancora rappresentato con abiti vescovili.

Babbo Natale è un personaggio presente in molte culture della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in Giappone e in altre parti dell’Asia orientale. Viene rappresentato come un uomo anziano e corpulento, vestito con giacca, pantaloni e cappello rosso con bordi di pelo bianco, che viaggia per tutto il mondo e distribuisce regali ai bambini, di solito la notte della vigilia di Natale.

.𖥔 ݁ ˖ Odino .𖥔 ݁ ˖

Prima della conversione al cristianesimo, il folclore dei popoli germanici, incluso quello inglese, narrava che il dio Odino ogni anno tennesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti.

La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e nei Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola.

I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia in una notte d’inverno, perché vengano riempite di dolci e regali da San Nicola che, a differenza di Babbo Natale, in quei luoghi si improvvisa ancora a cavallo. Anche nell’aspetto, quello di vecchio barbuto dall’aria misteriosa, Odino era simile a San Nicola (anche se il dio era privo di un occhio).

La tradizione germanica arrivò negli Stati Uniti d’America attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam, rinominata dagli inglesi in New York, prima della conquista britannica del XVII secolo, ed è all’origine dell’abitudine moderna di appendere una calza al caminetto, per Natale, simile per certi versi a quella diffusa in Italia il 6 gennaio all’arrivo della Befana.

🕯Il sant'uomo ed il demone🕯

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Un’altra tradizione folclorica delle tribù germaniche racconta le vicende di un sant’uomo (in alcuni casi identificato con San Nicola) alle prese con un demone (che può essere, di volta in volta, un diavolo, un troll o la figura di Krampus), un oscuro uomo che uccideva nei sogni (Blackman o pitchman).
La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle case attraverso la canna fumaria durante la notte, aggredendo e uccidendo i bambini in modo orribile.
Il sant’uomo si pone alla ricerca del demone e lo cattura, imprigionandolo con dei ferri magici o benedetti. Obbligato a obbedire agli ordini del santo, il demone viene costretto a passare di casa in casa per fare ammenda portando dei doni ai bambini. In alcuni casi la buona azione viene ripetuta ogni anno, in altri il demone ne rimane talmente disgustato da preferire il ritorno all’inferno.
Tale tradizione la troviamo oggi, in Austria, dove i bambini credono che quelli di loro che sono stati buoni ricevono doni da San Nicola, mentre quelli che sono stati cattivi vengono messi nel sacco dal demone Krampus e vengono mangiati a fine giornata!

༺☆ I Babbi Natale islandesi ☆༻

Gli islandesi amano dire che da loro ci sono ben 13 Babbo Natale perché la loro tradizione di doni a Natale è basata su 13 folletti, chiamati Jólasveinar, i cui nomi derivano dal tipo di attività o di cibo che preferiscono.

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Una volta all’anno, due settimane prima di Natale, questi folletti fanno prima il bagno nelle acque calde delle sorgenti del lago di Niva, quindi lasciano le grotte dove abitano per portare ai bambini islandesi buoni, dei doni. Questi vengono messi nelle scarpe che i bambini hanno lasciato sotto le finestre.

In pratica, i bambini islandesi, se sono stati buoni, ricevono tredici regali, uno per ogni giorno delle due settimane che precedono il Natale. Questi folletti, tuttavia, possono essere dispettosi e a volte si divertono a fare scherzi o a spiare gli umani. Inoltre, se il bambino ha fatto il cattivo, riceve al posto dei doni delle patate crude.

Secondo altri, invece di folletti sono 13 orchi, figli dell’orchessa Grýla. L’orchessa Grýla possiede, inoltre, un enorme gatto nero, che si aggira per tutta Islanda, durante la vigilia di Natale e divora chiunque non riceva in regalo dei vestiti nuovi. Che venga da qui l’abitudine di regalare calzini e pigiami?

🎄 L'Albero di Natale 🎄

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L’origine dell’Albero di Natale, presente in moltissime case nel periodo natalizio, affonda le sue radici nella cultura celtica. L’abete è una pianta sempreverde e per i druidi, gli antichi sacerdoti dei celti, era considerato simbolo di vita e lo onorovano in varie cerimonie. Con l’avvicinarsi dell’inverno, gli abeti venivano tagliati e addobbati con nastri, fiaccole, piccole campane e animaletti voitivi, per propiziarsi il favore degli spiriti.

Ma l’Albero di Natale, così come lo conosciamo noi, fu introdotto in Germania nel 1611 dalla Duchessa di Brieg. Un angolo di una delle sale del suo castello già adornato per il Natale, era rimasto completamente vuoto, allora ordinò che un abete del giardino venisse trapiantato in un vaso e portato in quella sala, per riempire l’angolo.


Ci sono diverse storie sul “primo Albero di Natale”, ad esempio, a Tallinn, in Estonia nel 1441, fu eretto un grande abete nella piazza del municipio attorno al quale uomini e donne, non sposati, ballavano alla ricerca di un’anima gemella.

Si racconta anche di un albero decorato a Brema, nel 1570 con mele, noci, datteri e fiori di carta.

Fra le città che si dichiararono sedi del primo Albero di Natale, c’è anche Riga, in Lettonia, dove si trova anche una targa scritta in otto lingue per commemorare tale evento, del 1510.

༺☆ Il Natale ☆༻

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Il giorno di Natale si celebra la nascita di Gesù Cristo, colui che sarebbe stato poi identificato da buona parte degli appartenenti alla religione ebraica come il Messia profetizzato dalle Sacre Scritture.

Il Natale è la festività più importante dell’anno per la cultura occidentale. È un giorno festivo in molti paesi, celebrato religiosamente dalla maggioranza dei cristiani, e costituisce una parte integrante delle festività natalizie organizzate attorno ad esso. I cristiani iniziarono a festeggiare il giorno del Natale solo intorno al IV secolo d.C., riallacciandosi a tradizioni e festività già esistenti e caricandole di un messaggio completamente nuovo.

⋆˖⁺‧₊☽ Origini ☾₊‧⁺˖⋆


Oltre a quelle religiose, il Natale ha, quindi, anche origini pagane e laiche. Le più significative sono quelle legate al solstizio invernale, il giorno più corto dell’anno che i Celti festeggiavano (erroneamente) il 25 dicembre.

I romani invece, nei giorni appena precedenti al Natale, erano soliti a festeggiare i Saturnali, dedicati all’insediamento nel tempio di Saturno, il dio dell’agricoltura, per augurare un periodo di pace e prosperità. Era usanza a scambiarsi doni.

Anche le usanze moderne popolari della festa includono l’offerta di regali. Poiché, le offerte di regali e molti altri aspetti della festa comportano un’intensiva attività economica, il periodo è diventato, oggi, un evento significativo sul piano economico e commerciale. Per l’esposizione e la vendita in tema sono immancabili la Vetrina Natalizia ed il Mercatino di Natale.

⋆˖⁺‧₊☽ La Natività di Cristo ☾₊‧⁺˖⋆

La tradizionale narrazione natalizia raccontata nel Nuovo Testamento, conosciuta come la Natività di Cristo, disse che Gesù nacque a Betlemme, secondo le profezie messianiche. Quando Giuseppe e Maria giunsero in città, la locanda non aveva posto e così fu loro offerta una stalla dove presto nacque Gesù Bambino, con un angelo che annunciava questa notizia ai pastori che poi spargevano la voce.

La prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre risale al 336 e la si riscontra nel Chronographus, redatto intorno alla metà del IV secolo dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo.

☆ Natale nel mondo ☆

☃️ Natale al nord ☃️

Weihnachten im Erzgebirge, Weihnachtsmarkt in Annaberg-Buchholz
  • Innanzi tutto, la casa di Babbo Natale si trova a Rovaniemi, in Lapponia. Una tradizione iniziata nel Medioevo, che viene rispettata anche oggi, è la Dichiarazione Natalizia di Pace, inaugurata nell’antica capitale finlandese Turku, dal barbuto Joulipukki (Babbo Natale) in persona, che dà il via ai festeggiamenti, sfilando per le strade, tra le ghirlande illuminate. Il 24 dicembre, giorno della Vigilia di Natale, la dichiarazione viene pronunciata dal sindaco di molte città, ma la più famosa è quella di Turku, l’unica ad essere trasmessa in diretta televisiva, e che è databile sin dal XIII secolo.
  • I finlandesi, come in molti paesi scandinavi, addobbano l’albero il 23 dicembre, il giorno della “piccola vigilia” e festeggiano il Natale nel giorno 24. È tradizione fare la sauna con tutta la famiglia e andare a trovare i propri defunti al cimitero, pranzare con i parenti e aspettare che Babbo Natale bussi alla porta, interroghi i bambini per sapere se sono stati buoni e distribuisca i regali.
  • In Norvegia, il paese dei fiordi, a bussare alla porta è il Julebukk, un paesano travestito con una maschera da capra e mantello di pelliccia, in modo da rendersi irriconoscibile, che vaga di casa in casa intonando canti di Natale in cambio di dolcetti.
  • In Svezia, invece, le celebrazioni natalizie iniziano il 13 dicembre, giorno dedicato a Santa Lucia e durante le feste la tradizione vuole che le figlie primogenite si vestano da Lussebruden (sposa Lucia) con un lungo abito bianco cinto da una fusciacca rossa, indossando sul capo una corona di ramoscello di mirtillo rosso intrecciati con delle candeline accese. Oggi si usano le candeline elettriche, decisamente più sicure.

🔥 Il Ceppo di Natale 🔥

  • In Gran Bretagna, la sera della vigilia si accende il tradizionale Ceppo di Natale. Dovrà durare il più a lungo possibile e una parte sarà conservata e usata per riaccendere il ceppo dell’anno seguente.
  • Anche i lèttoni amano chiudere l’anno buttandosi alle spalle le sfortune passate. Per farlo trasportano di casa in casa uno speciale ceppo natalizio che ha la funzione di “raccogliere” i problemi e le cose brutte dell’anno appena trascorso. Una volta terminato il giro, il ceppo viene bruciato, per simbolizzare la distruzione del male passato e dare il benvenuto alla luce e alle nuove opportunità.

💖 Natale in Giappone 💖

  • Il Natale in Giappone non è festa nazionale e quindi le scuole e gli uffici sono generalmente aperti. Il periodo natalizio è però abbastanza sentito dalla popolazione giapponese, anche se in modo differente rispetto all’occidente. Il Natale è visto dai giapponesi come un periodo di felicità diffusa pittosto che una celebrazione religiosa (in realtà sempre meno sentita anche da noi).
  • Il 24 dicembre è considerata una festa per gli innamorati e per le famiglie con bambini piccoli. Le coppie vanno a cena fuori, soprattutto al ristorante italiano o francese, ma c’è anche un altro modo di festeggiarlo, ossia andando a magiare pollo fritto! È un’abitudine cosi diffusa (grazie a una geniale campagna pubblicitaria degli anni ’70 della catena di fast-food, KFC) che è stato istituito un servizio di consegna a domicilio prenotabile mesi prima, il Xmas Family Bucket. Oltre al pollo fritto, un altro cibo tipico di natale è la Christmas Cake, ossia una semplice torta di pan di spagna con panna montata e decorata con fragole e immagini di Babbo Natale. Inoltre anche in Giappone è tradizione scambiarsi un regalo, ma solo tra gli innamorati.

🌴 Natale al sud 🌴

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  • E come tutti ben sappiamo, non c’è Natale senza Albero di Natale, cioè l’abete, albero tipico dei paesi freddi, nordici. Quindi come festeggiano il Natale nei paesi caldi, come quelli del sud America?
  • Il Natale in Argentina (e anche in Brasile) non è solo privo della neve, ma anche del simbolo natalizio per eccelenza: l’abete! Infatti, in questo paese non cresce. Per questo, a Natale, le famiglie argentine addobbano le palme o ricorrono ad alberi di Natale artificiali. Il 6 gennaio, per gli argentini, rimane comunque un giorno speciale da celebrare con un dolce speciale, la Rosea de los Reye, un ciambellone all’interno del quale vengono nascoste uova sode e piccole bambolline. I bambini lasciavano le scarpe fuori dalla porta con un catino pieno d’acqua e un pò di biada per i cavalli. Al loro risveglio, i ragazzi avrebbero trovato i doni. Adesso, però, anche in Argentina i doni vengono scambiati il giorno di Natale.
  • Il Brasile è un crocevia di culture e influenze culturali dal mondo, prime su tutte quelle africane. In Brasile, infatti, si seguono molti culti religiosi che mescolando le tradizioni cristiane dei santi con gli spiriti delle religioni africane e questo miscuglio, spesso, dà origine a riti assai particolari.

🎉 Natale a Gramado 🎉

  • Ma il natale più folcloristico è quello organizzato a Gramado (nella Serra Gaúcha) che prende il nome di Natal Luz e dura dal 18 dicembre all’11 gennaio. Quest’anno va in scena la 38° edizione del Natal Luz. Durante questo periodo, le strade della città si riempiono di decorazioni natalizie e danno spazio a esibizioni corali, concerti di luci e altre attrazioni. È il più grande evento natalizio del mondo ed è stato riconosciuto come Patrimonio Storico-Culturale del Rio Grande del Sud.
  • Sempre a Gramado si svolge l’annuale raduno di tutti i Babbi Natale del Sud America, vestiti esattamente come da tradizione, nonostante la temperatura altissima!

🤠 Natale in Messico 🤠

  • Anche in Messico, i bambini ricevono doni per il 6 gennaio, non il 25 dicembre. Ma non per questo il loro natale è meno divertente. Il giorno di Natale, viene organizzato un popolare gioco, la “piñata” molto simile al nostro gioco della “pignatta”. Una delle tipiche tradizioni messicane del periodo natalizio è rappresentata dalle posadas, che hanno luogo nei nove giorni precedenti al natale, tra il 16 ed il 24 dicembre. Si tratta di rappresentazioni della ricerca di un alloggio da parte di Maria e Giuseppe, prima della nascita di Gesù (il termine posadas significa locanda). Le posadas si concludono con delle mangiate e con, come detto prima, la rottua delle “piñatas” (brocche riempite con dolciumi), da parte dei bambini.

♱ Natale ortodosso ♱

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Il Natale ortodosso (alcuni paesi dell’est) celebra la nascita di Gesù, figlio di Dio e della Vergine Maria e viene festeggiato, anziché il 25 di dicembre, il 7 gennaio. Questo è dovuto al fatto che la Chiesa Ortodossa continua ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano. Secondo la tradizione, il Natale ortodosso viene preceduto da un lungo periodo di preghiera digiuno (da carne e prodotti animali), che dura addirittura 40 giorni. Il diugiuno non è totale, si può mangiare il pesce, il mercoledì ed il venerdì.

In diversi paesi dell’est la vigilia di Natale i bambini vanno di casa in casa intonando canzoni natalizie in cambio di dolcetti, frutta e canditi. Purtroppo queste tradizioni, col passare del tempo, si usano sempre meno.

🕯️ Natale ebreo 🕯️

Gli ebrei invece festeggiano il Hanukkah, che dura 8 giorni e quest’anno inizia la vigilia del 25 dicembre e termina il 2 gennaio. Hanukkah è chiamata popolarmente “Festa delle luci” o “Festa dei lumi” perché nella spiegazione dei rabbini è la luce “il simbolo fondamentale della festa“. La luce divina che ha accompagnato il popolo ebraico nel corso della sua storia. Secondo i Maestri, periodicamente ricompare la luce nascosta e Hanukkah è uno di questi momenti. Compito di tutti noi è coglierla, e se possibile aumentare la luce. Il termine “Hanukkah”, trascritto anche come “Chanukkah”, ecc, significa, alla lettera, “inaugurazione” o “dedica“.
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⋆˖⁺‧₊☽ Il Presepe ☾₊‧⁺˖⋆

Il primo presepe, nel senso moderno del termine, è quello inscenato da San Francesco d’Assisi, durante il giorno di Natale del 1223, nel piccolo paese di Greccio (vicino a Rieti). Nel 1220, San Francesco, aveva compiuto un pellegrinaggio in Terra Santa, per visitare i luoghi della nascita di Gesù Cristo, ed era rimasto talmente colpito da Betlemme che, tornato in Italia, chiese a Papa Onorio III di poter uscire dal convento di Greccio per inscenare la rappresentazione della natività.

Il primo presepe della storia, quindi, fu allestito nei pressi del bosco, vicino al paese, in una grotta. Francesco portò nella grotta la mangiatoia con la paglia e vi condusse il bue e l’asino. La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i presenti, che non sapevano né leggere né scrivere, la storia di Gesù Cristo.

⋆˖⁺‧₊☽ Il Presepe nel mondo ☾₊‧⁺˖⋆

Quindi partendo da Greccio, il presepe divenne una tradizione popolare, da prima in Italia centrale ed in Emilia, poi nel XV secolo raggiunse la città di Napoli e nei decenni successivi conquistò un posto anche nelle case nobiliari, sotto forma di sopramobile o nelle vesti di cappella in mianiatura. Ma fu il ‘700 il periodo più fiorente per il presepe che ormai aveva raggiunto le case delle famiglie più illustre delle città italiane. Fu solo nel corso del XVIII e XIX secolo, che la tradizione del presepe guadagnò anche le abitazioni delle persone comuni, il posto centrale che ancora oggi occupa nelle festività natalizie. Uno dei paesi del sud America, in cui il presepe è protagonista è il Venezuela. È comune in questo paese, durante le feste natalizie, di vedere presepi viventi in ogni città, con tanto di benedizione del bambino, in giro per le case del vicinato. Curiosa è la tradizione del furto dell’immagine del Bambino Gesù e della sua ricerca nella quale si impegnano di solito i bambini. Una simpatica caccia al sacro tesoro.
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Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

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