mitologia

pubblicato a giugno 2024

prossimo a luglio 2024
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Tra Mito, Fantasy e Realtà

La Scienza Oscura...

(parte 1 – continua)

  • Nell’antico Egitto il sangue divino si trasmetteva per via femminile ed il principe ereditario poteva riceverlo dopo una lunga e complessa cerimonia. In parole povere ogni uomo potenzialmente poteva diventare faraone, gli bastava sposare la principessa ereditaria o la Regina in carica dopo di che diventava sia re che divinità.
  • La corte islandese, vieta per legge di costruire strade o edifici che potrebbero disturbare il quieto vivere delle creature fatate.

(parte 2 – continua)

  • Nell’antico Egitto i test di gravidanza venivano effettuati inumidendo due sacche di panno con l’urina della donna. Una sacca veniva riempita d’orzo e l’altra di grano. Se germogliava il grano significava che il feto sarebbe stato una femmina, se invece germogliava l’orzo la donna avrebbe partorito un maschio. Uno studio del 1930 ha rivelato che il test era attendibile al 70%.

(parte 3 – continua)

  • In Norvegia molte città sono state dedicate ai troll – erano delle creature appartenenti alla mitologia norrena importantissimi nel folklore norvegese; tra le città più famose ricordiamo Trollheim e Trollstigen.
(parte 4 – fine)
  • Nell’antico Egitto si poteva rischiare la pena di morte nel caso si uccidesse un gatto anche accidentalmente, questi animali venivano considerati sacri per la popolazione.

Il Vaso di Pandora

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Per vendicarsi di Prometeo, il titano che aveva donato il fuoco agli uomini rubandolo a Zeus, il re degli Dei decide di regalare la donna – Pandora – agli uomini. Si tratta di una sottile vendetta perché Pandora, resa bellissima da Afrodite, a cui Era aveva insegnato le arti manuali e Apollo la musica e che era stata resa viva da Atena è destinata ad arrecare la perdizione al genere umano.
Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo nelle opere e i giorni, il “vaso” (pithos, in greco antico), era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Questo Vaso, che dovrebbe contenere il grano, contiene invece i mali che affliggono l’uomo e che sino a quel momento separati da lui.
Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della “curiosità”, non tardo a scoperchiarlo , liberando cosi tutti i mali nel mondo, che erano i spiriti maligni della “vecchiaia”, “gelosia”, “malattia”, “pazzia”, il “vizio”…
Sul fondo del vaso rimase soltanto la “speranza” (Elpis), che non fecce in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse richiuso. Aprendo il vaso Pandora condannò l’umanità a una vita di sofferenze , realizzando cosi la punizione che Zeus aveva promesso all’umanità.

La guerra di Troia

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Nella mitologia greca, la guerra di Troia fu una sanguinosa guerra combattuta tra gli Achei e la potente città di Troia, presumibilmente attorno al 1250 a.C. o tra il 1194 a.C. ed il 1184 a.C. circa, nell’Asia minore. Gli eventi del conflitto sono noti principalmente attraverso i poemi epici Iliade ed Odissea attribuiti ad Omero, composti intorno al IX secolo a.C.
Entrambi narrarono una piccola parte del conflitto: L’Iliade, i fatti avvenuti durante l’ultimo anno di guerra, l’Odissea, oltre al viaggio di Odisseo per tornare in patria, narra la conquista di Troia.
Le altre opere del “Ciclo Troiano” sono andate perdute e sono conosciute solo tramite testimonianze posteriori.
Secondo Iliade, la guerra ebbe inizio a causa del rapimento di Elena, regina di Sparta, ritenuta la donna più bella del mondo, per mano di Paride, figlio di Priamo re di Troia. Menelao, marito di Elena, e il fratello Agamennone radunarono un esercito, formato dai maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo guerra contro Troia.
Il conflitto durò 10 anni, con gravissime perdite da entrambe le parti. Troia infine cadde grazie all’astuto Odisseo, re dei Cefalleni, e al suo piano del cavallo di legno, cambiando l’esito del conflitto.

Miti dell'Antichità

Medusa

Medusa è una figura della mitologia greca. Insieme con Steno ed Euriale, è una delle tre Gorgonie, figlie delle divinità marine Forco e Ceto.
Secondo il mito le Gorgonie avevano il potere di pietrificare chiunque avesse incrociato il loro sguardo e, delle tre, Medusa era l’unica a non essere immortale; nella maggioranza delle versioni viene decapitata da Perseo.
Nelle rappresentazioni più antiche, Medusa e le sue sorelle erano raffigurate come orrende donne con ali d’oro e mani di bronzo, dall’ampio viso rotondo incorniciato da una massa di serpenti per capelli, bocca larga con zanne suine e, a volte, anche una corta barba ruvida.
Più avanti, nell’arte, presero le sembianze di fanciulle bellissime, sempre con serpi al posto dei capelli.

Le Gorgogni

Le Gorgoni (al singolare Gorgone) mostri della mitologia greca, erano figlie di Forco e di Ceto ed abitavano nell’estremo Occidente del mondo conosciuto dai greci. Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa.
Di aspetto mostruoso, avevano ali d’oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato.
La gorgone per antonomasia era Medusa, l’unica mortale fra le tre e la loro regina, che, per volere di Persefone era la custode degli Inferi. Le Gorgoni rappresentavano la perversione nelle sue tre forme: Euriale rappresenta la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale.

Morfeo

Morfeo è il Dio dei sogni, della mitologia greca, figlio di Hypnos (Ipno) e di Notte. In greco il suo nome vuol dire “forma”, poiché lui era la divinità che di notte prendeva la forma e le caratteristiche dei sogni.
Esiodo indica che i sogni erano figli della Notte. L’idea di una divinità specifica dei sogni chiamata Morfeo è più tarda e viene generalmente attribuita ad Ovidio, che nelle sue “Metamorfosi” diede un nome ai tre figli di Hypnos: Morfeo, Fobetore e Fantaso.
Morfeo, nelle sue apparizioni notturne, prendeva le forme delle persone o delle cose sognate. Egli quando inviava sogni popolati da forme umane portava sempre con sé un mazzo di papaveri con cui, sfiorando le palpebre dei dormienti, donava loro illusioni realistiche.
Gli altri due figli di Hypnos popolavano i sogni con animali (Fobetore) e paesaggi, case, oggetti inanimati (Fantaso).

Tanato o Thànatos

Tanato o Thànatos (in greco “Morte”) è, nella mitologia greca, la personificazione della morte. È figlio della Notte (o di Astrea) per partenogenesi (o da Erebo), nonché fratello gemello di Hypnos (il dio del Sonno, “Ipno”).
È citato anche come “colui che governa la morte” e “Legione Suprema”.
Nonostante l’importante funzione nella mitologia greca, è raramente rappresentato come persona. Il carattere di Tanato è arrogante ed impulsivo, amante del sangue e della violenza, quale potenza inevitabile ed inflessibile. Nemico implacabile del genere umano, odioso anche agli immortali, ha fissato il suo soggiorno nel Tartaro o dinanzi alla porta “dell’Elisio” e degli “inferi”.
Tanato ha un cuore di ferro, viene menzionato in un mito popolare già citato da Omero e sviluppato nel dramma satiresco “Sisifo, fuggitivo di Eschilo (V secolo a.C.), dove Zeus per punire Sisifo, re di Corinto, mandò Tanato per rinchiuderlo nel Tartaro.
Ma quando Tanato giunse a casa di Sisifo, costui lo fecce ubriacare e lo leggo con catene, imprigionandolo.
Con Tanato incatenato, la morte scomparve dal mondo. Il dio Ares, quando si accorse che durante le battaglie non moriva più nessuno e che quindi non aveva più senso, si mosse per liberare Tanato e prendere Sisifo.

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