pubblicato ad aprile 2025

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mitologia

La mitologia norrena

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Con mitologia norrena, mitologia nordica o mitologia scandinava, ci si riferisce all’insieme dei miti appartenenti alla religione tradizionale pre-cristiana dei popoli germanici della Scandinavia, compresi quelli che colonizzarono l’Islanda. La religione tradizionale, per la maggior parte dell’età vichinga venne trasmessa oralmente e quindi andata persa. Religiosi cristiani hanno recuperato e conservato frammenti della mitologia norrena, la variante più tarda (alto-medioevo) della mitologia germanica.

I miti nordici, nella forma a noi pervenuta, risalgono al XIII secolo e furono trascritti in Islanda, paese che i norreni avevano colonizzato nel IX secolo. Non si tratta delle saghe originarie raccontate dai vichinghi, ma di quanto restava dell’antica mitologia nordica, quattrocento anni dopo il loro arrivo nell’isola.

Edda in prosa, Edda poetica

La versione narrativa della mitologia nordica è racchiusa in due opere fondamentali, Edda in prosa ed Edda poetica, scritte dal sacerdote islandese Snorri Sturluson(1178-1241), nel XIII secolo. Quest’ultima è una raccolta di 29 lunghi poemi mitologici ed eroici, tratti da manoscritti di varie epoche di gran lunga anteriori, anche sino al IV o V secolo. Di questi, 11 trattano delle divinità, altri di eroi leggendari, come Sigfrido della “Canzone dei Nibelunghi“.

Un’altra importante opera è Gesta Danorum, la più importante opera storica letteraria danese, scritta nel XII secolo, da Saxo Grammaticus. Esistono anche numerose pietre runiche, soprattutto in Scandinavia e in Inghilterra, che ritragono scene della mitologia norrena, come la “Pesca di Thor” e “Odino che cavalca Sleipnir“. In Danimarca è stata ritrovata una pietra che ritrae “Loki con i baffi arricciati e le labra cucite“. Sono stati anche recuperati idoli che ritraggono Odino(con un occhio solo), Thor(con il suo martello) e Freya.

Asgarð

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Innanzitutto la dimora degli dèi norreni era Asgarð, chiamato anche “Il Giardino degli Dèi” oppure “La città degli Dèi” e gli dèi celesti erano divisi in due fazioni, gli Asi, che dimoravano ad Asgarð e i Vani, che dimoravano a Vanaheimr. In un antico passato le due fazioni si fronteggiarono in guerra, ma in seguito raggiunsero la pace.

Asgarð è separato dal mondo dei mortali, detto Midgarð oppure “La Terra di Mezzo” ed i due mondi sono collegati dal ponte arcobaleno, Bifrǫst. In realtà Asgarð viene descritta come un insieme di 12 palazzi principali, ognuno contenente delle sale.

I palazzi di Asgarð

  1. Glaðsheimr, dimora di Odino, dove potrebbe ritenersi collocata la sala Valhalla. Qui venivano accolti la metà degli eroi caduti in battaglia.
  2. La dimora di Freya, con la Sala Sessrúmnir, dove veniva accolta l’altra metà dei guerrieri morti eroicamente in battaglia.
  3. Fensalir, palazzo di Frigg, celeste sposa di Odino, dove la Dea piange la morte del figlio Baldr.
  4. Þrúðheimr , palazzo di Thor, figlio di Odino e di Jǫrð (anglicizzato in Jord o Jorth), antica “Dea della Terra” e amante di Odino.
  5. Válaskjálf, palazzo di Váli, con il trono di Odino.
  6. Breiðablik, palazzo di Baldr, figlio di Odino e della dea Frigg. Il palazzo era interamente di oro massiccio e splendente, ed “in esso nessun male, nessun delito, nessuna colpa potevano essere perpetrati“.
  7. Glitnir, palazzo di Forseti, giudice supremo. Il palazzo aveva porte d’oro e tetti d’argento.
  8. S∅kkvabekkr, palazzo di Sága, interamente di vetro, nei pressi vi scorreva una cascata dal cui suono si traevano i presagi. Secondo alcuni studiosi, si tratterebbe di un altro nome della Dea Frigg. Qui dimorano anche Bragi e Idun, con le sue mele.
  9. Vingólf, la sala riunione di tutti gli dèi.
  10. Himinbjörg, palazzo di Heimdallr, da lì si originava il ponte arcobaleno Bifrǫst.
  11. Il Bifrǫst è il ponte arcobaleno che congiunge il mondo degli uomini Midgarð con la dimora degli dèi Asgarð. È l’unica via di congiunzione tra le due dimensioni.
  12. Álfheimr, il mondo degli Álfar (elfi), donato a Freya, come regalo per il suo primo dente.

Cosmologia

Secondo la mitologia norrena, il mondo sensibile è Midgarð, o “Terra di Mezzo“, circondata dalle acque. Alla sua sommità si trova Asgarð, la dimora degli dèi, raggiungibile unicamente tramite il ponte arcobaleno, Bifrǫst. I Giganti vivono all’esterno del mondo, a Est, in un luogo chiamato Jǫtunheimr oppure “Terra dei Giganti“. La Dea Hel governa il sotterraneo regno Helheimr o “Dimora di Hel“, luogo predestinato ai defunti. Nel Sud vi è l’infuocato e misterioso reame di Múspell o “Dimora dei giganti di fuoco“, Múspellsheimr.

Ulteriori regioni del mondo norreno sono Álfheimr, la dimora dei Liósálfar, elfi di luce, e Svartálfaheimr, dimora degli elfi oscuri. Nel mondo norreno troviamo anche le miniere dei Nani, Niðavellir (campi del tramonto), anche chiamate Terra dell’oscurità. Inoltre, le divinità norrene sono divise in due classi: gli Asi, che dimoravano ad Asgarð e i Vani, che dimoravano a Vanaheimr. In un antico passato le due fazioni si fronteggiarono in battaglia, ma in seguito raggiunsero la pace, si scambiarono ostaggi e alcuni membri si unirono in matrimonio. Freya, appartenente alla stirpe dei Vani, dopo la pace, venne mandata come ostaggio presso gli Asi, ai quali insegnò la magia.

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La Creazione

Secondo la mitologia norrena, in principio c’erano il mondo del ghiaccio e del freddo, Niflheimr, ed il mondo del fuoco o dei giganti, Múspellsheimr e tra di essi il vuoto cosmico, Ginnungagap.

Poi il fuoco ed il ghiaccio si incontrarono in questo spazio cosmico e cosi nacque Ymir, il gigante primordiale e la grande mucca cosmica, Auðhumla, dalle cui mammelle scorrevano quattro fiumi di latte, che nutrirono il gigante Ymir. Per sfamarsi Auðhumla cominciò a leccare degli scogli gelati, che sapevano di sale. Nel primo giorno in cui li leccò, da questi scogli emersero i capelli d’un uomo, nel secondo giorno la testa, e nel terzo tutta una persona. Nacque cosi la prima creatura in forma umana, Búri, che generò Borr, il quale prese in sposa la gigantessa Bestla, generando cosi i primi Dei, Odino, Víli e .

Midgarð, La Terra di Mezzo

Un giorno i tre figli di Borr uccisero Ymir e usarono il suo corpo per creare Midgarð, “La Terra di Mezzo”, al centro del Ginnungagap, il vuoto cosmico.

Con la carne di Ymir venne creata la terra, con i suoi denti, la sabbia e i sassi ed il suo sangue formò i laghi e i fiumi. Le nuvole sono ciò che rimane del suo cervello, mentre le stelle, le comete e i pianeti che si vedono nel cielo notturno sono scintille del fuoco di Múspell. Dai suoi capelli crebbero gli alberi e dalle larve della sua carne nacque la razza dei Nani, progenitori degli Elfi.

Gli dèi posero il suo teschio sopra il Ginnungagap e crearono la volta celeste, sostenuta da quattro Nani, Nordri, Sudri, Austri e Vestri (dai quattro punti cardinali).

Odino, Víli e Vé crearono, anche il primo uomo e la prima donna, intagliando dei ceppi di legno e soffiando in loro la vita e la volontà. Dal frassino nacque il primo uomo, Ask e dall’olmo la prima donna, Embla.

Odino ha, al suo seguito, diversi animali. Innanzitutto i due corvi, Huginn e Munin (i nomi significano pensiero e memoria), che spedisce ogni giorno in giro per il mondo perché, quando essi ritorneranno al tramonto, gli sussurrino ciò che hanno visto. Inoltre, ha due lupi, Geri e Freki, ai quali getta il suo cibo, nelle cene del Valhalla, visto che egli si nutre esclusivamente di “idromele e di vino“. Ed in fine, Odino cavalca Sleipnir, un veloce cavallo a otto zampe, in grado di viaggiare tra i “Nove Mondi“.

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Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

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Il Ragnarök

Il Ragnarök è una serie di eventi catastrofici ed escatologici, che provocheranno un’apocalisse nei nove mondi della mitologia nordica e ne causeranno la fine del mondo, ma anche la rinascita. Il Ragnarök scatena una lotta tra gli dèi ed i guerrieri morti.

Nel Ragnarök, la fine del mondo, Odino guida gli dèi e gli uomini contro le forze del caos. Spariranno il Sól(il Sole) e Mani(la Luna). I due lupi, Skoll e Hati che, nel corso del tempo, perennemente inseguivano i due astri, finalmente gli raggiungeranno, divorandoli e privando il mondo della luce naturale. Anche le stelle si spegneranno. Yggdrasill, l’albero cosmico si scuoterà e tutti i confini saranno sciolti, creando terremoti, alluvioni e catastrofi naturali.

Le creature del caos attaccheranno il mondo, Fenrir, il lupo, verrà liberato dalla sua catena e ucciderà Odino. Miðgarðsormr, il mostruoso serpente emergerà dalle profondità delle acque. La nave Naglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia, guidate da Hel. Al timone ci sarà il dio Loki.

La battaglia finale

I Giganti cavalcheranno su Bifrǫst, il ponte arcobaleno, facendolo crollare. Heimdallr, il bianco dio della sorveglianza, soffierà il suo corno, il Gjallarhorn, per chiamare allo scontro finale Odino, le altre divinità e i guerrieri del Valhalla.

Il combatimento finale avverrà nella pianura di Vígríðr, ogni divinità si scontrerà con la propria nemesi, in una distruzione reciproca. Il lupo, Fenrir divorerà Odino, che in seguito sarà vendicato da suo figlio Viðarr. Týr e il cane infernale Garmr si uccideranno a vicenda. Surtr abbatterà Freyr, mentre Thor morirà dopo aver ucciso Midgarðsormr, il serpente, esalando l’ultimo respiro per i veleni di quest’ultimo. Odino, poi sarà resuscitato dopo che Viðarr avrà ucciso Fenrir e liberato il corpo di Odino, rimasto all’interno del mostro.

In fine, dalle ceneri e dalle acque, il mondo risorgerà. Baldr, il dio della luce, tornerà da Helheimr, il regno della morte. La stirpe umana verrà rigenerata da Líf e LífÞrasir, sopravvissuti nascosti nel bosco di Hoddmímir o nel frassino Yggdrasill.

Il capo del pantheon

norreno, Odino

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Odino è la divinità principale, rappresentante della classe di divinità dette Asi ed è associato alla sapienza (visione del sacro), all’ispirazione poetica, alla profezia, alla guerra e alla vittoria. È figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello di Víli e , sposo di Frigg e padre di molti degli dèi, tra cui Thor e Baldr. Odino brandisce Gungnir, la sua lancia e cavalca Sleipnir, il suo destriero a otto zampe.

Maestro runico

Odino conosce i segreti delle rune. Le lettere che, incise sul legno, sulla pietra, sulle lame delle spade, sulla lingua dei poeti, sugli zoccoli dei cavalli sono l’origine stessa di ogni conoscenza e di ogni potere. Egli ottenne questa sapienza, diventando il primo maestro runico. Per apprendere l’arte delle rune e della divinazione, Odino rimase appeso a un albero per nove giorni e nove notti, si presume che sia il frassino, Yggdrasill.

Il Dio appare tremendo ai nemici, poiché è esperto nell’arte della trasformazione. Ha, in guerra, il potere di accecare, assordare o atterrire i nemici, di scatenare il terrore nelle schiere e nessuno può scagliare, cosi forte, una lancia nella mischia, senza che lui riesca a fermarla con un solo sguardo. Le sue capacità guerriere hanno una base magica, in quanto dipendono dalla sua conoscenza delle rune e degli incantesimi. Il dio stesso lo ammette.

Odino è, inoltre, il dio dei viaggiatori e di tutti coloro che si muovono lungo le strade del mondo. Nel corso dei suoi viaggi, capita che egli chieda ospitallità per la notte, tanto nelle regge dei sovrani quanto nelle case delle persone umili. Egli è anche detto Gestr(ospite) e infatti, in passato ogni straniero veniva accolto in casa, in quanto, poteva celarsi lo stesso Odino, sotto mentite spoglie.

Odino ed i suoi animali

Il pantheon norreno

Thor

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Thor è il dio nordico del tuono, del cielo e dell’agricoltura. Il nome “Thor” (in norreno Þórr ) è divenuto, in islandese, Þr, tedesco antico e olandese Donar, svedese, norvegese e danese Tor, la lettera runica Þ si pronuncia th.

Secondo la mitologia Thor è figlio di Odino e della “Dea della Terra“, Jǫrð. Appartenendo alla stirpe degli Asi, egli dimora ad Asgarð, nel regno di Þrúðheimr, più precisamente nella sala detta Bilskírnir, dove vive con sua moglie Sif, Dea del grano, del raccolto e della terra, considerata la più bella fra le Dee, e i loro figli Þrúðr e Móði, insieme ai loro servitori, Þjálfi e Röskva. Secondo il Grímnismál, un poema dell’edda poetica, il palazzo è il più grande mai costruito ed è costituito da 540 sale.

La forza di Thor

La forza di Thor, già leggendaria, era potenziata ulteriormente da tre oggetti che portava sempre con sé e che lo rendevano virtualmente invincibile. Una cintura, che raddopiava la forza di chi la indossava, chiamata Megingjörð o Megingjord, oltre che un paio di guanti di ferro, detti Járngreipr, necessari a brandire il portentoso martello Mjöllnir, più comunemente chiamato “Martello di Thor“. L’oggetto magico, una volta scagliato, sarebbe capace di tornare al proprio proprietario, indipendentemente dalla distanza e dagli ostacoli.

Il magico martello da guerra venne donato agli Asi dai Nani. Secondo la leggenda, Loki aveva fatto una scommessa con il Nano Brokkr, sostenendo che suo fratello, il fabbro Sindri, non fosse capace di produrre manufatti prodigiosi quanto quelli prodotti dai “Figli di Ivaldi“, altra stirpe di Nani, noti per aver forgiato la magica lancia Gungnir.

Con il suo martello, Thor si dedicava alla sua passione preferita, uccidere i Giganti. La maggioranza dei miti prevenutici sulle imprese di Thor, e iscrizioni su monumenti, indicano che Thor era uno tra gli dèi preferiti degli antichi scandinavi.

La nemesi di Thor

La nemesi di Thor è il Serpente di Midgarð, Jörmungandr, un mostruoso serpente, figlio di Loki, che si attorciglia e si contorce intorno al mondo. Thor è destinato a morire al Ragnarök, la fine del mondo e “crepuscolo degli déi“. Tuttavia cadrà solo dopo aver ucciso il grande serpente con il suo potente martello Mjöllnir, morendo poi per il veleno del suo nemico. I suoi figli Magni e Modi sopravvivranno al Ragnarök insieme a un piccolo numero di altri dèi ed erediteranno il suo martello, che useranno per ristabilire l’ordine.

Freya

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Freya, appartenente alla stirpe dei Vani, è figlia di Njörðr, dio del mare, del vento, della pesca, della navigazione, della ricchezza e delle colture fertili. Elargitore di fortune e sfortune ai marinai e ai pescatori, è figliastra di Skaði, inizialmente una gigantessa, che venne accolta nella stirpe dei Vani, dopo aver sposato il dio Njörðr. Freya è sorella di Freyr e moglie di Óðr, dio collegato alla magia e ai lunghi viaggi, a causa del quale soffre le pene d’amore, dato che mancava per lunghi periodi, costringendola ad infruttuosi inseguimenti, durante i quali si lascia andare a pianti di lacrime d’oro. Assieme al consorte, mette al mondo due splendide fanciulle, dai nomi emblematici, Gersemi e Hnoss, sinonimi di tesoro.

Freya ha molte manifestazioni ed è considerata la Dea dell’amore, dell’erotismo, della bellezza, dell’oro, della seduzione, della fertilità, della guerra, della morte e delle virtù poetiche. Loki la definisce una ninfomane, sempre pronta a saziare le sue voglie con qualunque tipo di partner, dagli Jǫtunn agli Elfi.

Freya era anche un’esperta nelle arti magiche seiðr, con cui poteva realizzare divinazioni e incantesimi a distanza. Dopo la pace che concluse il conflitto fra le due stirpi divine, venne mandata come ostaggio presso gli Asi, ai quali insegnò la magia.

Loki

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Loki è una figura ambigua, a volte positivo ed altre volte maligno. Identificato anche con Loðurr, farebbe parte della triade divina che crea l’umanità. Inoltre è grazie a Loki che gli dèi ottengono tutti i loro strumenti più utili e preziosi. Tuttavia viene, anche, descritto come un personaggio attaccabrighe e intento ad architettare inganni e cospirazioni, senza mai agire di persona.

Loki rappresenta un male necessario, che serve a ristabilire l’equilibrio cosmico. Di volta in volta, rappresentato come nemico o alleato degli dèi, Loki incarna il male contenuto nella stessa creazione primordiale, un male che per assurdo deve spesso combattere per il bene, per preservarlo fino allo scontro finale, il Ragnarök.

In alcuni miti è compagno di Odino e Thor. Egli appartiene alla schiera degli Asi, vivendo con loro e partecipando alle loro vicende. Al tempo stesso è imparentato con i Giganti, simboli del caos e distruzione primordiali. È figlio del Gigante Fárbauti e della Dea Laufey“. Per quanto riguarda i suoi rapporti con gli dèi, Loki ha stretto un patto di fratellanza di sangue con Odino.

I figli di Loki

Dopo essersi unito con la gigantessa Angrboða, Loki ebbe tre figli, il lupo Fenrir, simbolo di voracità, che divorerà Odino e si scatenerà durante il Crepuscolo degli Dèi. Poi ebbe Miðgarðsormr, il Serpente di Miðgarð, il grande serpente che viene scagliato in mare da Odino e viene costretto a contorcersi eternamente, tenendosi la coda tra le fauci. Nel Ragnarök verrà abbattuto da Thor, che morirà a causa del suo veleno.

Ed in fine, ebbe una figlia, la terribile Hel, dea della morte, che regna sul mondo sotterraneo.

La punizione di Loki

Il crimine più grande di Loki fu, però, quando egli provocò la morte di Baldr, figlio di Odino amato da tutti, e ne impedì la resurrezione. Perciò gli dèi lo punirono legandolo a delle rocce, in fondo ad una grotta profonda, con un serpente che faceva colare il suo veleno corrosivo sulla sua faccia. Gli dèi trasformarono uno dei figli di Loki in un lupo affamato, che sventrò il fratello e scomparve. Con le interiora del figlio ucciso, gli dèi legarono Loki ai massi, che si trasformarono in catene indistruttibili.

La moglie di Loki non venne punita. Fu lasciata libera, e lei scelse di rimanere accanto al marito, a raccogliere il veleno del serpente, con il catino. Secondo alcune leggende, alla fine dei tempi, Loki riuscirà a liberarsi dal suo supplizio e duellerà fino alla morte con Heimdallr, nel corso del Ragnarök. Secondo altre leggende, ancora oggi Loki è imprigionato nelle profondità della terra. Quando la moglie si allontana per svuotare il catino, colmo di veleno, le gocce che cadono dalle zanne del serpente continuano a ustionare Loki, il quale si scuote e fa tremare la terra.

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