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Festeggiamo Halloween!!!

Dolcetto o scherzetto?

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Storia e origini del Halloween

Halloween non è solo una notte di paura, ma anche il momento per i bambini di girare di casa in casa oppure, come in Italia, di negozio in negozio, e fare il cosidetto “dolcetto o scherzetto”, cioè “obbligare” 😁 le persone a dar loro caramelle e altre golosità per non ricevere dei dispetti.

Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di “All Hallows’Eve”, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo, quindi “la vigilia di tutti i Santi“. “Ognissanti“, invece, in inglese è All Hallows’ Day.

Halloween ha, quindi, origini antichissime rintracciabili in Irlanda. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia del ‘800, si diressero numerosi nella nuova terra. Halloween corrisponde, infatti, a Samhain, il capodanno celtico. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la Festa del Sole, ma il concetto è lo stesso.

Samhain celtico

Per i Celti l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio, come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.

I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, ciò il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevavo in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir Nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra.

Raduni e cerimonie

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Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline, per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti.

Finita la cerimonia le persone si portavano dietro i fuochi delle braci all’interno delle cipolle intagliate e lasciavano questi bulbi fuori dalle proprie case. Cipolle dunque, non zucche. In realtà la motivazione nella scelta del vegetale non è nota e la cipolla non era per nulla pratica. La zucca era conosciuta e apprezzata già a quel tempo. Furono i Fenici a portarla a Roma e da lì in tutto il mondo allora conosciuto, ma dopo qualche secolo fu totalmente abbandonata fino alla scoperta dell’America.

Jack o' Lantern

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Tuttavia, dietro ad ogni storia c’è anche una leggenda, nel nostro caso, la leggenda di Jack o’ Lantern oppure Jeck lo Spaventapasseri. Tale leggenda è legata all’origine delle lanterne intagliate durante Halloween. Secondo la leggenda, Jack era un contadino astuto che ingannò il diavolo e fu condannato a vagare tra il mondo dei vivi e quello dei morti con una lanterna come sua pena.

Un giorno, Jack invitò il diavolo a bere con lui in un pub locale. Mentre stavano bevendo, Jack convinse il diavolo a trasformarsi in una moneta d’argento per pagare il conto. Una volta che il diavolo fu trasformato in moneta, Jack la prese e se la mise in tasca, dove teneva anche la croce d’argento, impedendo così al diavolo di tornare alla sua forma originale. Jack, alla fine, liberò il diavolo solo dopo aver ottenuto un accordo. Cioè che il diavolo non lo avrebbe tormentato o reclamato la sua anima quando fosse morto.

Quando Jack morì, gli fu negato l’accesso sia al paradiso, a causa della sua vita di inganni e manipolazioni, sia all’inferno a causa del patto con il diavolo. Fu, quindi, condannato a vagare nell’oscurità tra il mondo dei morti e dei vivi. Per illuminare il suo cammino in questo limbo, Jack chiese al diavolo una brace ardente per la sua lanterna. Il diavolo gli donò un tizzone in una rapa scavata, creando così la lanterna di Jack. Da allora, Jack è condannato a vagare per l’eternità, con la sua lanterna, tra il mondo dei morti e quello dei vivi.”

La diffusione nel resto del mondo

Il Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci di casa e di lasciare cibo e latte per le anime dei deffunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.

Gli Stati Uniti, grazie al cinema e alla televisione, hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea.

La fine delle usanze

L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre.

La Festa di Ognissanti

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La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV. L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata del tuto e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi..

L’importanza che la popolazione celtica attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre), si festeggiavano anche Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre).

Il Giorno dei Morti in Messico

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Il Giorno dei Morti (in spagnolo Día de los muertos) è una celebrazione messicana relativa al ricordo dei defunti. Di origine precolombiana, ha luogo nei primi giorni di novembre, in concomitanza con la celebrazione cattolica dei defunti.

La festa viene celebrata con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte. Esistono, nel continente sudamericano celebrazioni simili, come il “Giorno delle Anime” in Brasile, anche se in questo caso non si tratta di tradizioni precolombiane.

Quando viene celebrato?

La celebrazione, che si tiene, in genere, tra il 28 ottobre e 2 novembre, commemora i defunti per tipo di morte ed età. Per esempio, il 28 ottobre alcune comunità celebrano i morti per incidente e suicidio, con apposizioni di fiori e candele sul luogo dove la morte è avvenuta. Il 31 ottobre è uso rendere omagio ai bambini, la cui anima si ritiene ascenda direttamente nei cieli. I primi due giorni di novembre sono invece dedicati agli altri scomparsi.

Quello che si può affermare è che la festa dei morti messicana è il risultato della fusione tra le tradizioni pre-ispaniche e quelle cattoliche, avvenuta all’epoca della conquista spagnola. Le offerte di cibo e fiori che oggi sono consuete hanno una stretta relazione con quanto si faceva un tempo.

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Nel Giorno dei Morti, in Messico, come dicevamo, è un giorno di festa, si canta, si balla in abiti tradizionali, ma allo stesso tempo si piange e si ricordano con nostalgia le anime che hanno lasciato il mondo terreno. La festa viene accompagnata da visite ai cimiteri locali, sfilate delle “Catrinas”, danze e spettacoli di ogni tipo. A seconda della zona del Paese, esistono abitudini molto specifiche per ogni popolazione.

Città del Messico è il luogo più consigliato, per vivere questa giornata. Non per niente la capitale accoglie più di un milione di persone che arrivano ogni anno, per partecipare alle attività offerte durante questi giorni.

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Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

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