pubblicato a dicembre 2024

prossima pubblicazione 2025

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Il mondo delle scimmie

Superquark

  • Per le scimmie raccogliere insetti, sporcizia e altri detriti dai loro compagni non è un’accusa all’igiene personale, ma un espressione di affetto e amore. I rituali di pulizia non solo mantengono in salute, ma rafforzano anche i loro legami sociali.
  • L’Uistitì pigmeo è un genere di scimmia originaria delle foreste pluviali del bacino amazzonico occidentale del Sud America. È la scimmia più piccola al mondo che arriva a pesare solo fino a 4 etti in età adulta, è lunga 12,7 cm ed entra perfettamente nel palmo della nostra mano!
  • La scimmia più grande del mondo è, invece, il mandrillo, il quale vive nelle foreste pluviali tropicali dell’Africa centro-occidentale ed è facilmente riconoscibile per la vivace colorazione del viso e del sedere.
  • Si è scoperto che esiste una specie di scimmia del genere Rhinopithecus, chiamata volgarmente anche “scimmia senza naso“, che è molto facilmente individuabile quando piove. La pioggia, infatti, le va a finire nelle narici e le provoca una serie di starnuti difficili da contenere. Proprio per questo motivo, nei giorni di pioggia è possibile osservarle mentre infilano la testa tra le ginocchia, per evitare che le gocce di pioggia gli si infilino nel naso.
  • I canyon del Brasile Nord-Orientale ospitano uno degli animali più intelligenti al mondo, il cappuccino barbuto. Abbiamo scoperto recentemente che, questa specie usa gli arnesi di pietra da al meno 3000 anni.

Curiosità primati continua...

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  • I Monti Virunga sono una catena di vulcani situata nell’Africa orientale, lungo il confine settentrionale del Rhuanda con la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda. La catena montuosa fa parte del “Rift Albertino”, parte a sua volta della “Grande Rift Valley“, ed è situata tra il lago Edoardo ed il lago Kivu. Sulle pendici di questi monti vive uno dei primati più grandi e più a rischio di estinzione della Terra, il Gorila di Montagna, chiamato anche Silverback. In realtà questo gigante è buono e premuroso con la sua famiglia e perfino giocherellone con i propri cuccioli.
  • I babbuini gialli sono tra i pochi primati che osano a sfidare un leopardo per salvare uno di loro. Agiscono in gruppo framigliare, ben organizzato.
  • I lemmuri, viventi oggi, si trovano solo in Madagascar e nelle isole vicine. Questi primati sono completamente assenti in tutta Africa e Medioriente, mentre sono stati scoperti resti di famiglie di lemmuri estinte, dal Pakistan alla Malaysia.
  • I macachi sono il genere di scimmie con la maggior diffusione. Sono presenti in Asia, Africa settentrionale ed Europa meridionale.
    In Thailandia hanno imparato ad strappare i cappelli dei malcapitati, per usarli come filo interdentale.
    Un’altra famiglia di macachi, a Bali, ha imparato a rubare oggetti alla gente, generalmente turisti. Questi oggetti verranno restituiti solo in cambio di cibo, di ottima qualità.
  • Il Swayambhunath, uno dei siti più sacri del Nepal, situato in cima ad una collina, nella Valle del Katmandu è chiamato anche “Il Tempio delle Scimmie“. I macachi, qui, non hanno bisogno di rubare, devono solamente accomodarsi ed aspettare, per mangiare. Qui, i macachi sono considerati divinità, a tutti gli effetti e loro, giustamente approfittano dell’adorazione di cui sono oggetto.

Gli antichi e gli animali

Amazing!

( Primitive Technology - A Giant HoneyBee On The Big Tree )

Fra gli esempi del primo tipo di racconti possiamo citare le imprese di Ercole e Teseo, eroi che disinfestarono la terra da animali mostruosamente nocivi. Miti dell’età dell’oro ricorrono invece prevalentemente negli scritti di tipo diatribico-satirico, in cui l’esaltazione delle virtù “naturali” degli animali vale come una critica verso i più comuni difetti dell’umanità.

I giambi

Così, per esempio, avviene nel giambo di Callimaco in cui si nara di come un tempo uomini e animali comunicassero fra loro, fino al momento in cui Zeus tolse la parola agli animali per girarla tutta agli uomini: ecco perché gli umani parlano spesso a vanvera (fr.192 Pfeiffer).
I giambi sono una raccolta di tredici composizioni di dialetto ionico letterario a imitazione dei giambografi arcaici.

Il Neolitico

Nel paradossale scritto di PlutarcoGli animali irrazionali sono razionali“, invece, un maiale di nome Gryllos spiega a Odisseo perché preferisce rimanere nel giardino incantato di Circe (sorta di paradiso terrestre in cui tutto è saggezza e armonia).

Si ritiene che intorno al 10.000 a.C. sia nata l’agricoltura e, già nel Neolitico, venne addomesticato e utilizzato il primo animale per arare i campi: l’uro, un antenato dei moderni bovini, che poteva raggiungere l’altezza di 175 cm. Con l’avvento dell’allevamento, diverse specie iniziarono ad essere allevate e utilizzate per l’alimentazione umana.

Greci e Romani

Pur non avendo bisogno di cacciare per alimentarsi(agricoltura e pastorizia offrono abbondanza di animali domestici), Greci e Romani continueranno a rincorrere cervei, lepri e cinghiali, facendo di questa attività uno sport per il diporto di giovani aristocratici e uno spettacolo per il pubblico dei circhi e degli anfiteatri.

Gli antichi romani

Gli antichi romani avevano sicuramente un bel rapporto con i propri animali domestici. E sappiamo ciò per il fatto che gli storici hanno scoperto che gli antichi romani crearono delle tombe per seppellirli e dedicarono loro dei epitaffi, scritti ai lati delle tombe.

Tra i vari epitaffi presenti, uno particolarmente toccante dedicato ad un cane appena defunto recita: “Piango, mentre ti accompagno al tuo ultimo luogo di riposo quasi quanto feci allegro portandoti a casa con le mie stesse mani 15 anni fa“.

Nelle case dell’antica Roma era usuale vedere degli animali: i gatti erano usati per sbarazzarsi dei topi; pesci e uccelli avevano uno scopo ornamentale, così come le specie esotiche di pavoni e pappagalli.

Come in gran parte delle società preindustriali, anche nel mondo antico gli animali assolvono a compiti assai più importanti e variegati di quelli a cui sono chiamati oggi e occupano spazi di interazione con gli animali più numerosi e differenziati rispetto a quanto avviene nelle civiltà moderne e postmoderne.

“Quale di questi direste voi è l’animale più pericoloso sulla Terra? Gli squali? I serpenti?”, scrive Bill Gates nel blog collegato al sito della sua fondazione, e la risposta è, “Nessuno di questi. Sono le zanzare.

Secondo una stima dei ricercatori della fondazione, le zanzare uccidono ogni anno 725 mila persone, molte di più rispetto ai serpenti (50 mila) oppure i cani (25 mila), che seguono in classifica.

Tra le varie armi contro questi insetti, che oltre alla malaria veicolano decine di altre malattie, dalla “dengue” al “virus del Nilo”, che ormai è endemico anche in Italia, recentemente si sono aggiunte le zanzare stesse: in tutto il mondo sono in corso esperimenti che prevedono l’introduzione in natura di esemplari resi sterili con modifiche al DNA o attraverso radiazioni o l’esposizione a batteri per controllare le popolazioni di zanzare.

Curiosità animali...

  • Il pungiglione delle api è dotato di piccoli uncini (che, una volta penetrato, lo ancorano alla cute punta) ed è collegato all’apparato digerente dell’insetto. Per questo quando l’ape vola via dopo aver punto, il pungiglione resta ancorato alla pelle assieme alla parte terminale dell’apparato digerente… e l’ape muore 😢. Il pungiglione, conficcato nella pelle, continua ad esercitare la sua azione: infatti, la muscolatura che sta attorno alle ghiandole velenifere continua a contrarsi, iniettando veleno anche dopo che l’insetto si è distaccato.
  • La gommalacca è una fragile e scagliosa secrezione di un insetto, dell’ordine degli Emitteri Kerria Lacca, presente nelle foreste del Assam e della Thailandia. Un tempo si riteneva, comunemente, che fosse ottenuta dalle ali di insetti indiani. In realtà, la gommalacca è ottenuta dalle secrezioni dell’emittero femmina, ed è raccolto dalla corteccia degli alberi su cui lo deposita per ottenere una salda presa sull’albero. Una volta purificata, la sostanza prende la forma di pallottoline o scaglie di colore giallo/bruno.
  • L’oscar per “il miglior attore per la categoria ‘animali che si fingono morti‘ va all’opossum“. Sdraiato a terra, con le zampe in alto, è capace di entrare in un vero e proprio stato comatoso, per confondere un predatore che si fosse avvicinato troppo, cogliendolo di sorpresa, quando non ci sono vie di fuga.
    Mucche, capre e maiali possono andare in trance, per alcuni minuti, per disorientare i predatori. Anche le anatre sano fingersi morte. Un caso particolare sono i pesci ciclidi del genere Parachromis che hanno delle macchie sul corpo, simili a quelle di un animale in decomposizione, per attirare i predatori che si nutrono proprio di animali in decomposizione e attirarli con un agguato che non si aspettano.

L'ambra grigia

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L’ambra grigia è una sostanza fortemente odorosa, prodotta dall’intestino dei capodogli ed è utilizzata per la realizzazione dei profumi.

La sostanza viene prodotta, naturalmente, come secrezione biliare, per difendere le mucose intestinali del capodoglio,dai resti indigesti dei molluschi cefalopodi, di cui i capodogli si nutrono, indurendosi intorno ai residui della digestione ed inglobandoli. Il principale costituente chimico dell’ambra grigia è l’ambreina e l’attrazione che il suo odore esercita è al grande contenuto di feromone, analogamente ad altre sostanze aromatiche di origine animale, come il castoreum.

L’ambra grigia viene espulsa naturalmente, dal capodoglio, attraverso le feci oppure, in caso di accumuli eccessivamente grandi per essere espulse attraverso il tratto fecale, viene rigurgitata. In entrambi i casi vengono a formarsi masse solide in forma di blocchi che, una volta espulsi, possono galleggiare, spinti dalle correnti, fino ad essere ritrovati sulle coste; tipicamente questo accade nell’Oceano Indiano.

Lasciata seccare al sole si ammorbidisce ed acquista un ottimo profumo ed ha la proprietà di fissare gli odori.

Qual'è l'animale più pericoloso sulla Terra?

Hanno lasciato un segno nel mondo...

Konrad Lorenz

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La zoologia è la disciplina biologica che si occupa dello studio degli animali. Uno dei primi studiosi di zoologia fu Aristotele che nel quarto secolo a.C. classificò le caratteristiche e il comportamento di centinaia di specie nel suo lavoro intitolato “Historia Animalium“, e che ha avuto una forte influenza sulla zoologia per circa due mila anni.

"Historia Animalium"

  • Più in detaglio, nel Libro I si analizza il raggruppamento di animali e le parti del corpo umano.
  • Nei libri II e III, sono esaminate le varie parti di animali a sangue rosso, con notevole attenzione agli organi interni, compreso il sistema generativo, vene, nervi, ossa, ecc.
  • I libri IV e V trattano degli animali “senza sangue” (non vertebrati), come cefalopodi, crostacei, ecc. e della loro riproduzione, spontanea e sessuale.
  • Partendo dal tema della riproduzione, nel libro VI si analizza la riproduzione di uccelli, pesci e quadrupedi, mentre nel successivo, il libro VII si passa a quella umana.
  • Il libro VIII parla del carattere e le abitudini di animali, il cibo, le migrazioni, la salute, le malattie e l’influenza del clima, mentre in quello successivo, il libro IX si analizzano le relazioni tra animali, mezzi e modi di procurarsi il cibo.
  • Incluso in alcune versioni è un libro X, che affronta le cause di sterilità nelle donne, ma è generalmente considerato come non aristotelico.

Historia Animalium ha continuato ad essere una fonte primaria di conoscenza fino a quando gli zoologi del Cinquecento, tra cui Conrad Gessner, ancora del tutto influenzato da Aristotele, hanno scritto i propri studi sul tema.

Da allora la zoologia è progressivamente avanzata nella descrizione dell’universo animale, spesso annunciando nuove scoperte.

L'etologia

L’etologia, o biologia comportamentale, è una branca della biologia e della zoologia che studia il comportamento animale.

Konrad Lorenz, considerato il padre dell’etologia e… dell’oca Martina 😂, studio gli animali perché li amava profondamente. Dedicò la vita alla loro osservazione e scoprì, così, l’apprendimento precoce, o imprinting, in uccelli e mammiferi. Fu, anche, un buon divulgatore scientifico e scrittore di argomenti filosofici.

“Lo studio degli animali esige una familiarità così immediata con il mondo animale, ma anche una pazienza così disumana, che non basterà a sostenerlo il solo interesse teorico se mancherà l’amore” ,

… parole di Lorenz, tratte dall’introduzione al suo libro più famoso “L’anello di re Solomone (1949)“.

Biografia

Konrad Zacharias Lorenz nasce a Vienna nel 1903. Ultimo figlio di una famiglia benestante, frequenta le migliori scuole e si laurea in medicina a Vienna nel 1928. La sua passione però sono gli animali che ha imparato a conoscere e amare nella villa di famiglia ad Altenberg, nel 1933 si laurea, infatti, anche in zoologia.

“Sono cresciuto nella grande casa, e nell’ancora più grande giardino, dei miei genitori ad Altenberg. Nei confronti del mio indiscriminato amore per gli animali, essi furono assai tolleranti.”

Da bambino avrebbe voluto diventare una civetta, “perché di sera non dovevano andare a letto“, ma cambiò idea quando gli fu narrato il “Viaggio meraviglioso del piccolo Nils Holgersson con le oche selvatiche” di Selma Lagerlöf:

Riconobbi allora che le civette difettano di una capacità essenziale: non possono nuotare ed immergersi, cose che io avevo imparato qualche tempo prima. Decisi allora di diventare un uccello acquatico e quando, in seguito, compresi che non avrei potuto esserlo, volli almeno averne uno. Influenzato dalla grande scrittrice svedese, desideravo delle oche.

Studi e ricerche

Konrad Lorenz, sempre circondato dai suoi amici animali, all’inizio degli anni Quaranta iniziò a dedicarsi all’insegnamento universitario e, allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, si arruolò nell’esercito tedesco. Nel 1944 venne catturato dai russi e inviato in un campo di concentramento, dove restò fino al 1948.

Rientrato in Austria, riprese i suoi studi e scrisse molti libri, oltre al già citato “L’anello di re Solomone“, anche “E l’uomo incontrò il cane (1950)”, “Il cosiddetto male (1963)”, “Il declino dell’uomo (1983)”, “Salvate la speranza (1988)”.

La sua partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale e alcune sue affermazioni male interpretate diedero luogo a molte polemiche che gli attribuivono simpatie naziste. Oggi, una lettera più accurata del pensiero ha completamente allontanato questi sospetti dal grande scienziato, che morì ad Altenberg nel 1989.

L'osservazione degli animali

Lorenz rispetta gli animali e cerca di allevarli nella massima libertà. Il suo metodo consiste nell’osservare le bestiole nel loro libero scorrazzare, il più lontano possibile da costruzioni o divieti, riuscendo così a individuare meglio il comportamento naturale.

Questo approccio è diverso da quello adottato negli stessi anni da altri studiosi del comportamento (B.Frederic Skinner negli Stati Uniti, Ivan P.Pavlov in Russia) che osservano l’animale in laboratorio, sottoponendolo a una serie di stimoli e misurandone le diverse risposte.

Anche altri valenti naturalisti usano lo stesso metodo di Lorenz: così l’olandese Tinbergen studia le vespe e i gabbiani, e il tedesco Frisch s’interessa agli usi delle api. Questo metodo d’osservazione consente ai tre etologi di fare grandi scoperte e infatti, nel 1973, ricevono insieme il Premio Nobel per la Medicina o la Fisiologia “per i loro studi incentrati sull’organizzazione dei modelli comportamentali individuali e sociali degli animali.

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