pubblicato a settembre 2024

prossimo a dicembre 2024

img_header_scritta

sapevi che?

Viaggiare....

Il canale di Nyhavn, Copenhagen

sapeviche3_img_nyhavn
Uno dei posti più affascinanti di Copenhagen è sicuramente il pittoresco canale di Nyhavn, la zona del vecchio porto della città, da sempre rifugio per marinai e scrittori. Tra questi è compreso anche Hans Christian Andersen, noto scrittore, molto influente ai suoi tempi, corteggiato da reali e riconosciuto per la sua grandezza, che qui abitò per circa venti anni. È stato un porto commerciale attivo fino al 1950, oggi “il Porto Nuovo” è il quartiere a più alta frequentazione turistica di Copenaghen.
Nyhavn è un luogo carico di atmosfera: le coloratissime case in stile danese che si affacciano sulle sue rive, gli edifici sei e settecenteschi che ospitano taverne e locali di ritrovo e le vecchie e caratteristiche barche in legno e i romantici velieri che costeggiano le sue sponde.
All’inizio del canale è posta un’enorme ancora (Mindeankeret), il monumento che commemora i marinai danesi (più di 1.700) che hanno perso la vita durante la seconda guerra mondiale al servizio delle marine alleate.

Locali a luci rosse

Fu il re Cristiano IV a far scavare questo canale, nel 1671, per collegare il porto con il centro permettendo così ai mercanti di arrivare con le proprie merci fin nel cuore della città. Fino al primo decennio dell’Ottocento il Nyhavn è stato l’epicentro del traffico commerciale via mare di Copenaghen, successivamente il quartiere ha subito un considerevole declino trasformandosi in una zona piuttosto malfamata, disseminata di taverne per marinai e piccole botteghe di tatuaggi, frequentata per lo più da ubriaconi e da avventori di locali a luci rosse.

Oggi, "il più grande bar della Scandinavia"

Oggi Nyhavn è un luogo alla moda con i suoi innumerevoli locali, ideali per la pausa pranzo, una birra pomeridiana, o una cena romantica. Non a caso, il canale è anche definito “il più grande bar della Scandinavia”.

Stoccolma

sapeviche3_img_stoccolma

Stoccolma è la capitale della Svezia, capoluogo dell’omonima contea. Posta nella parte orientale del paese, sul mar Baltico, è sede di governo e parlamento, oltre che luogo di residenza del capo di stato, il re Carlo Gustavo XVI. Con 978.770 abitanti è la principale città della Svezia e della Scandinavia, nonché il centro di riferimento economico e culturale della nazione.

Da villaggio a capitale

La fortuna della città risale a re Gustavo Vasa, che da villaggio la elesse a sua capitale per la sua posizione strategica. Anche l’area metropolitana (Storstockholm) è la più grande della nazione, contando 2.213.528 abitanti. Il centro e la gran parte dei sobborghi ad esso più vicini sono compresi nel comune di Stoccolma.

Vivere a Stoccolma

Vivere a Stoccolma può rappresentare un grande privilegio: ci sono paesaggi da sogno, l’aria è estremamente pulita e i cittadini sono molto tutelati. Ci sono, però, alcuni aspetti negativi non trascurabili quali il clima rigido nei mesi invernali, l’alternanza buio-luce (le ore di luce solare da maggio a luglio sono 19) con importanti ripercussioni sul proprio equilibrio, la lingua locale e l’alto costo della vita. La Svezia è, difatti, uno dei Paesi con la tassazione più alta al mondo: tutto ciò garantisce servizi eccellenti alla popolazione, ma le spese quotidiane lievitano in modo importante. Gli stipendi, in compenso, sono abbastanza alti e questo permette ai cittadini di soddisfare le proprie esigenze senza particolari problemi.
Stoccolma vanta strutture ricettive un po’ per tutte le tasche (alberghi dalle 3 alle 5 stelle e ostelli). Si può alloggiare nella parte medievale della città (Gamla Stan), nel quartiere più moderno (Norrmalm) o nell’area verde di Djurgàrden; gli amanti della movida possono, invece, pernottare sull’isola di Sòdermalm.

Visitare a Stoccolma

Stoccolma vanta un lungo elenco di attrazioni, ma alcune tappe sono obbligate. Si inizia da Gamla Stan (centro storico medievale che ospita il Palazzo Reale) e dal Museo Vasa (al suo interno viene conservata l’unica nave rimasta risalente al 1600); seguono il Municipio (esempio di architettura romanica), il Museo d’Arte Moderna (ci sono tele di Picasso, Dalì, Matisse) e il Castello di Drottningholm (è la dimora della famiglia reale ed è raggiungibile in battello).

Thimphu, capitale del Bhutan

sapeviche3_img_timphu

Storia millenaria e modernità si rincorrono per le strade di Thimphu, capitale del Bhutan dove vive l’anima più autentica del paese. Situata a circa 1 ora e mezza di auto da Paro, dove si trova l’unico aeroporto del Paese, Thimphu sorge ad un’altitudine di circa 2350 mt. Come nel resto del Paese, anche la sua città principale si caratterizza per l’atmosfera tranquilla, quasi sospesa, e per l’attenzione minuziosa alla conservazione dell’architettura tipica bhutanese. Il tempo sembra aver bloccato le sue lancette nel passato…

Tashichho Dzong


Il Tashichho Dzong è il centro della vita amministrativa e religiosa dello Stato: un maestoso complesso in cui hanno sede i vari Ministeri, l’Assemblea Nazionale e la Sala del Trono, oltre ad essere il più grande monastero del Bhutan. Nei dintorni si sviluppano le diverse vie in cui perdersi tra botteghe, piccoli negozi e centri di preghiera.
Thimphu è la terza capitale più alta al mondo. Si trova nella regione occidentale del paese, in una verde vallata dominata dal fiume Wangchhu.
Thimphu è il cuore economico, politico e culturale del Bhutan. Qui, rispetto al resto della regione, la modernità è entrata prepotentemente nella vita quotidiana della città. Certo, rispetto alle metropoli a cui siamo abituati il termine può sembrare eccessivo, ma senza dubbio Thimphu è un caso a parte nel tranquillo e pacifico panorama del Bhutan.

Unica capitale al mondo dove non esistono semafori

Si tratta di una piacevole cittadina dove regna l’architettura tradizionale e dove si respira ovunque l’identità culturale del paese più felice del mondo. Proclamata capitale nel 1952, Thimphu ha conosciuto da allora un rapido sviluppo che non ne ha tuttavia alterato il fascino. Basti pensare che è l’unica capitale al mondo dove non esistono i semafori: solo gli incroci principali sono presidiati da poliziotti che dirigono il traffico.

Il Vulcano Mauna Kea

The beautiful and nearly 14,000 foot tall Hawaiian Volcano?Mauna Kea?looms over the landscape on the Big Island of Hawaii. Rolling hills in the foreground give way to vast countryside. Hawaii's tallest volcano is snow capped and rises well above the thin cloud layer.

Il Mauna Kea è un vulcano di 4.207,3 m di altezza, in stato di quiescenza, che si trova nell’isola di Hawaii. È il monte più alto della Terra se misurato rispetto alla sua base, che si trova a 5.761m sotto il livello del mare. Complessivamente, quindi, il Mauna Kea si eleva per 9.968,3 m, ben 1.118 m in più rispetto all’Everest. Ció nonostante è l’Everest ad essere considerato il monte più alto del pianeta, dato che le altezze si misurano dal livello del mare e non dal fondo oceanico circostante.

Montagna Bianca

In lingua hawaiiana, il nome “Mauna Kea” significa “montagna bianca”, e si riferisce al fatto che le cime del monte appaiono coperte di neve e ghiaccio, tanto che sulle sue pendici è possibile sciare. Grazie alla sua posizione isolata, all’altitudine ed alla vicinanza dell’equatore, il Mauna Kea è considerato il miglior sito dell’emisfero settentrionale della Terra per l’osservazione astronomica. Sulla sua sommità ad un’altezza fra i 4.100 ed i 4.200 metri, si trova l’osservatorio di Mauna Kea, dotato di numerosi telescopi, tra i quali alcuni dei più grandi del mondo.

Vulcani attivi

Ad oggi ci sono più di 1300 vulcani ancora attivi. Inoltre secondo le stime dello studioso e vulcanologo Sandro De Vita, circa 300 milioni di persone vivono alle pendici di questi vulcani.

Tampa, Florida

sapeviche3_img_tampa

Tampa, è un’importante città degli Stati Uniti posta sulla costa occidentale della Florida, ed è capoluogo della Contea di Hillsborough. Secondo il censimento del 2018 dell’U.S. Census Bureau essa conta 392.890 abitanti ed è quindi la terza città più abitata della Florida, dopo Jacksonville e Miami. La parola “Tampa” era utilizzata dai nativi per riferirsi alla regione quando i primi esploratori europei vi giunsero. Il suo significato è stato dimenticato, sebbene si pensi che significhi “bastoni di fuoco” nel linguaggio dei Calusa, una popolazione pellerossa.

Fondatori

Il nome Tampa appare per la prima volta nel “Memoriale” di Hernando de Escalante Fontaneda(1575) che rimase 17 anni prigioniero dei Calusa. Egli chiama la zona “Tanpa” e la descrive come un importante villaggio dei Calusa. Il conquistador spagnolo Pánfilo de Narváez fu il primo europeo ad aver esplorato la zona di Tampa, l’8 aprile 1528. Un anno dopo vi giunse Hernando de Soto, con l’intento di salvare l’unico superstite della spedizione di “de Narváez”. Venne condotta una trattativa di pace con gli indiani locali e venne costruito un avamposto che però fu ben presto abbandonato dopo che divenne chiaro che non vi era oro nella zona e che gli indiani non erano interessati alla conversione al cattolicesimo.
Tampa è una città molto varia. I primi residenti furono i membri della tribù indiana Seminole che vi fu trasferita dal nord della Florida e i soldati di stanza a Fort Brook per controllare la riserva. La città rimase una città prevalentemente militare fino al 1880, quando arrivarono le prime grandi ondate di immigrazione da Cuba, Spagna e Sicilia. La maggiore crescita dell’area non si è verificata fino a quando l’aria condizionata non è diventata comune dopo la seconda guerra mondiale, ma da allora la regione è cresciuta costantemente.

Tampa oggi

Tampa è ora la patria di molti nativi della Florida, tra cui Seminoles, Cubani, Spagnoli e Italiani, nonché la residenza di molti “trapianti” dal nord-est, dal Midwest e da altre aree degli stati, nonché nuovi immigrati dai Caraibi e dall’America Latina. La popolazione di Tampa si ingrandisce durante i mesi invernali con l’arrivo degli “uccelli delle nevi”, pensionati del nord degli Stati Uniti e del Canada che scendono per alcuni mesi per godersi il relativo calore.
Tampa ha un’economia in crescita e funge da importante porto. Tra gli altri, Raymond James, Home Shopping Network, Outback Steakhouse e una parte importante di Citigroup hanno sede a Tampa. Le principali industrie di Tampa oggi sono il turismo, l’estrazione di fosfati, la navigazione, la lavorazione degli agrumi, la pesca dei gamberi e i servizi.

Giardino delle Tuileries

sapeviche3_img_tuileries

Il Giardino delle Tuileries(in francese Jardin des Tuileries) è un meraviglioso giardino in stile francese, squadrato e geometrico. Creato da Caterina de’ Medici come Giardino del Palazzo delle Tuileries nel 1564, venne aperto al pubblico nel 1667 e divenne un parco pubblico dopo la Rivoluzione francese. Il giardino, il più antico di Parigi, è uno dei luoghi più visitati della città, oltre per la sua bellezza unica, anche per la sua ottima posizione, infatti, il maestoso viale centrale si estende dalle aiuole dell’Arc du Triomphe du Carrousel fino a Place de la Concorde, a pochi passi da alcune delle principali attrazioni turistiche parigine. Nonostante sia andato incontro a un processo di degrado, il giardino oggi ha riacquisito il suo splendore grazie ai lavori realizzati nell’ambito del progetto del Grand Louvre.

Il Giardino delle Tuileries oggi


Il giardino è relativamente piccolo, ma riccamente decorato con meravigliosi gruppi di statue allegoriche di grande interesse per la loro importanza storica ed artistica, tra le quali alcune sono state realizzate da nomi di spicco come Rodin, Giacometti e Jean Dubuffet.
Oggi, la parte occidentale del giardino è sede di due musei: la Galerie Nazionale du Jeu de Paume, spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea e alla fotografia, e il Musée de l’Orangerie, museo di pittura impressionista e post-impressionista, dove sono esposte opere di Cézanne, Monet, Picasso e Renoir. Inoltre, all’interno del giardino delle Tuileries è presente anche una ruota panoramica, la quale offre uno dei panorami più suggestivi del centro di Parigi.

Il Belize

sapeviche3_img_belize
Il Belize è il posto perfetto per chi adora la vita da spiaggia o le immersioni ed è la destinazione prediletta dagli appassionati di Ecoturismo. Insomma, il mare le fa da padrone e non delude. Tuttavia non può bastare per dare una descrizione sufficiente delle sue bellezze. Questo Paese ha infatti anche una storia importante, che affonda le radici nelle insediamenti precolombiani: qui sorgevano diverse città Maya di cui oggi puoi visitare rovine e siti archeologici. In mezzo a tutto questo, poi, sarai sempre immerso in una sensazione di pace.
Popolato da soli 335.000 abitanti di diversa origine, lingua e tradizione, il Belize è in effetti un luogo dove regna un’atmosfera rilassata e tollerante: tutti parlano correttamente sia inglese che spagnolo e appartengono a etnie differenti (garifuna, maya, inglese…). Tutti convivono in pace. Chiunque puó sentirsi a casa in questo paese.
Belize City, o Città del Belize (in spagnolo Ciudad de Belice) è la maggiore città del Belize ed era la capitale, prima del trasferimento a Belmopan. Inoltre è la capitale del Distretto del Belize. Secondo il censimento del 2000, la città ha una popolazione di 49.040 abitanti, stime non ufficiali danno però una popolazione intorno ai 70.000 abitanti o superiore. Si trova alla foce del fiume Belize, sulla costa orientale del Mar dei Caraibi. La città è il principale porto della nazione ed il suo maggior centro finanziario e industriale.

Questo sito è stato creato con

Hanno lasciato un segno...

Nicolas Baudin

sapeviche3_img_baudin
Nicolas Baudin nacque a Saint-Martin-de-Ré nell’Ile de Ré. All’età di 15 anni entrò nella Marina Mercantile, e a 20 fu assunto nella “Compagnia francese delle Indie orientali”(French East India Company). Si arruolò infine nella Marina Francese e servì nei Caraibi durante la Guerra d’indipendenza americana.
Dopo la guerra Baudin comandò navi trasportanti botanici Austriaci nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico, e schiavi nel Mozambico. Nel corso di questo periodo di tempo Baudin imparò la botanica e il modo di far sopravvivere le piante e gli animali a bordo.

Spedizione nei Caraibi

Nel 1792 la Francia dichiarò guerra all’Austria e Baudin cercò senza successo di riarruolarsi nella Marina Francese. Tornò in Francia nel 1795 e andò a trovare Antoine de Jussieu al “Museo Nazionale di Storia Naturale” per suggerirgli di intraprendere un viaggio botanico nei Caraibi. Questo viaggio fu un successo, e Baudin tornò in Francia con una vasta collezione di piante, uccelli e insetti.

Spedizione di Baudin


Nell’ottobre del 1800 fu selezionato per condurre quella che divenne poi nota come spedizione di Nicolas Baudin per cartografare la costa dell’Australia. Ebbe due navi, la corvetta Géographe e la corvetta Naturaliste comandata da Jacques Fèlix Emmanuel Hamelin e fu accompagnato da nove zoologi e botanici, tra cui André Michaux e Jean Baptiste Leschenault de la Tour.
Raggiunse l’Australia nel maggio del 1801, e nell’aprile del 1802 incontrò Mathew Flinders, anch’egli incaricato di cartografare le coste. Entrambi uomini di scienza, Flinders e Baudin si scambiarono i dettagli delle loro scoperte, nonostante credessero che i loro paesi fossero in guerra. Flinders ha chiamato la baia in cui si incontrarono la Encounter Bay.
Baudin fece quindi ancora nella colonia britannica di Sydney per fare provviste. A Sydney acquistò una nuova nave, la Casuarina, così chiamata dal tipo di legno con cui era stata costruita. Da lì mandò a casa la Naturaliste, che portava a bordo tutti i campioni che erano stati scoperti da Baudin e dal suo equipaggio. Fece quindi rotta per la Tasmania, prima di proseguire a nord per Timor. Due delle sue navi chiamate Jardinière, furono perse in naufragi, uno nel Pacifico e l’altro nel porto di Port Louis durante un uragano.

La morte

Baudin fece quindi vela verso casa, fermandosi nelle isole Mauritius, dove morì di tubercolosi.
La relazione del viaggio, notevole soprattutto nei riguardi naturalistici, fu pubblicata dagli ufficiali A. Péron e L. de Freycinet in “Voyage de découvertes aux terres australes pendant les années 18oo-1804”, e Parigi 1807-1816.

Francois Auguste Péron

sapeviche3_img_peron

Francois Auguste Péron (1775 – 1810) è stato un naturalista ed esploratore francese. Nel 1801 raggiunse l’Australia come naturalista nella spedizione di Nicolas Baudin. Insieme all’artista Charles Alexandre Lesueur, venne nominato zoologo di bordo dopo la morte di Maugé de Cely. Giunti in Australia i due naturalisti raccolsero più di 100.000 esemplari zoologici.

"Voyage de découvertes aux Terres Australes"

Péron e Lesueur ritornarono a Parigi nel 1804 ed iniziarono a pubblicare le loro memorie in “Voyage de découvertes aux Terres Australes”, il cui primo volume venne pubblicato nel 1807. Péron scrisse anche “Mémoire sur des éstablissements anglais à la Nouvelle Hollande”. Mori di tubercolosi prima di poter pubblicare il secondo volume dei suoi “Voyage”.

Aerei...

sapeviche3_img_aerei
Gli aerei sono il mezzo di trasporto più sicuro al mondo. Gli aerei, compresi quelli delle compagnie low cost, sono dotati di raffinati ed efficienti sistemi di manutenzione, e rispetto agli altri veicoli sono costantemente sottoposti a controlli, che permettono quindi una sicurezza maggiore. L’aereo è un mezzo progettato per resistere a forti scosse, turbolenze, danni esterni, infatti la media degli incidenti aerei e infinitamente bassa se si considera il numeri di voli che decollano ogni giorno in tutto il mondo.
Ad esempio gli aerei sono spesso colpiti da fulmini (in media una volta all’anno) eppure non riportano danni, in particolare grazie alla struttura in metallo conduttrice di elettricità.
Sfatiamo un’altro mito: le turbolenze in aereo non sono pericolose. Anche se forti, provocano spavento e disagio più che danni. Si tratta di un fenomeno naturale dovuto all’incontro di diversi tipi di masse d’aria, ma, quando si verifica, le ali dell’aereo possono flettersi, e arrivano a sollevarsi di soli sei metri durante le scosse; segno che la struttura del velivolo è elastica ed è progettata per attutire le sollecitazioni. Le ali, insomma, non si spezzano e su alcuni aerei arrivano a piegarsi addirittura fino a 90 gradi.

Il disastro aereo di Tenerife

Il disastro aereo di Tenerife è stato un incidente aereo avvenuto il 27 marzo 1977 alle ore 17:06:56 CET, a seguito della collisione tra due aerei passeggeri Boeing 747 sulla pista dell’aeroporto di Los Rodeos dell’isola spagnola di Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie.

Vittime

L’incidente provocò 583 vittime che ne fa di esso l’incidente più grave nell’intera storia dell’aviazione: vi persero, infatti, la vita tutte le persone a bordo del volo KLM 4805 e buona parte di quelle sul volo Pan Am 1736 (351 deceduti e 61 superstiti). L’aereo olandese colpi, in fase di decollo, il dorso del Jumbo statunitense che stava rullando in direzione opposta; entrambi i velivoli presero fuoco ed andarono completamente distrutti.

Causa

L’incidente fu causato dal concatenarsi di molti fattori: il volo Pan Am 1736 (operato con un Boeing 747 battezzato Clipper Victor, comandato dal capitano Victor Grubbs) stava rullando verso una posizione d’attesa accodato al volo KLM 4805 (operato da un analogo aeromobile battezzato Rijn, Reno in olandese, comandato dal capitano Jacob Louis Veldhuyzen van Zanten), che invece era in procinto di decollare. Non essendo possibile utilizzare allo scopo i raccordi, quel giorno eccezionalmente sovraffollati di velivoli in sosta, i due 747 stavano entrambi manovrando sulla pista di volo dell’aeroporto di Tenerife, secondo le istruzioni impartite dai controllori del traffico a terra della Torre di Controllo.

La "Rotta delle Spezie"

La “Rotta delle Spezie” chiamata anche “La Via delle Spezie”, era la via marittima dall’Europa all’India e oltre, fino alle Isole delle Spezie (Molucche). La rotta venne aperta tra il XV ed il XVI secolo da esploratori portoghesi. La rotta delle spezie, in parte ottenuta con l’uso della forza militare, rappresenta il punto di partenza dell’espansione europea nel mondo e del colonialismo.
Il primo troncone portava da Lisbona, intorno al Capo di Buona Speranza, lungo le coste dell’Africa orientale e attraverso il Mare arabo fino alle città di Goa, Calicut e Cochin nel Malabar sulla costa occidentale dell’India. Da li si proseguiva circumnavigando India e Ceylon e attraversando il Golfo del Bengala, lo Stretto di Malacca, il Mar di Sunda e il Mar di Banda fino alle Isole delle Spezie, in primo luogo Ambon, Timore e Ternate.

Spezie

Col termine spezie si indicano genericamente sostanze aromatiche di origine vegetale (ad esempio, dragoncello, timo, melissa, ginepro, maggiorana, zafferano, rosmarino, prezzemolo ecc) che vengono usate per insaporire cibi e bevande, e specialmente in passato, usato anche in medicina e in farmacia. La parola è “spezie” sia al singolare che al plurale, ma nell’uso famigliare è diffusa anche la forma “spezia”.
Molte di queste sostanze hanno anche altri usi, ad esempio per la preservazione del cibo, in rituali religiosi, cosmetici o profumeria. Ad esempio la curcuma è usata anche nell’ayurveda; la liquirizia ha proprietà officinali; l’aglio viene usato come vegetale nella cucina. L’India contribuisce al 75% della produzione mondiale di spezie.
Picture of Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

e-mail: [email protected]
Sito: http://ilportaledellecuriosità.com/

Lascia un commento