pubblicato a settembre 2024

prossimo a dicembre 2024

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I miti ... nel antico mondo...

Mitologia

Mitologia è il termine con cui si indica sia lo studio riferito di frequente alle singole religioni dei miti, sia il complesso delle credenze mitiche. Queste concernono principalmente tre argomenti:

  1. L’origine del mondo;
  2. L’origine dell’uomo;
  3. L’origine del popolo privilegiato rispetto alla divinità (l’elaboratore del mito stesso).

Disciplina considerata fenomeno culturale assai complesso, la mitologia può essere analizzata sotto diverse prospettive; il suo corpus è comunque dato dall’insieme di narrazioni quasi sempre orali, spesso letterarie e da drammatizzazioni e rappresentazioni di tipo figurativo che mettono a fuoco le vicende di personaggi esterni al tempo inteso in senso storico. Può darsi che le civiltà antiche abbiano considerato i loro miti come la memoria di avvenimenti realmente accaduti, spesso legati all’origine stessa del mondo e dell’uomo. Di certo, le culture storiche molto spesso (o quasi sempre) hanno messo in dubbio la verità letterale dei miti, interrogandosi sulle ragioni e sui modi della nascita di questi antichi racconti strettamente connessi al pensiero del divino.

La mitologia greca

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La mitologia greca è l’insieme di miti anticamente raccontati dagli antichi greci. Queste storie raccontavano la genesi del mondo, le vicissitudini delle divinità, eroi e creature mitologiche, ma anche le origini e il senso del culto e delle pratiche rituali degli antichi greci. Gli studiosi cercano di studiare i miti per conoscere le usanze tipiche dell’antica Grecia e per comprendere la natura stessa della creazione del mito. All’inizio i miti greci venivano diffusi in modo orale, attraverso cantanti minoici e micenei intorno al XVIII secolo a.C.

I miti di Platone

Secondo Platone, nel suo dialogo “Timeo”, Il Caos sarebbe l’entità generatrice primordiale di tutte le divinità greche. Ha generato Gaia (Terra), Erebus (oscurità sotterranea), Nyx (Notte), Eros (Amore) e Tartaro. Gaia a sua volta generò Ouranos (Cielo) e Pontos (le Maree), ed Erebus diede alla luce Ether (Aria) ed Hemera (Luce del Giorno). Secondo alcuni autori, Erebus generò queste due divinità con l’aiuto di Nyx. Queste dieci divinità costituirebbero le primissime forme di vita sulla terra e sarebbero all’origine del mondo.

I Titani

Gaia ha poi generato i Titani con suo figlio Ouranos, il cui numero varia a seconda degli autori. Dodici Titani però sembrano aver segnato la mitologia greca: Cronos, Rea, Iperione, Theia, Japet, Mnemosyne, Themis, Océan, Téthys, Raa, Pebe e Crios. Pontos, nel frattempo, generò le prime cinque divinità marine: Keto, Phorcys, Thaumas, Nereus ed Eurybie. Queste divinità marine, insieme ai Titani, costituiscono la prima generazione di Titani.
Hyperion e Theia a loro volta hanno generato Helios (il Sole), Selene (la Luna) ed Eos (Dawn). Japet generò Prometeo, Epimeteo, Menzio e Atlante. L’Oceano e la Theti hanno dato nascita agli Oceanidi e agli Dei dei fiumi (ciascuno in numero di tremila o seimila in tutto). Infine, Raa e Pebe generano Léto, nonché Asteria secondo alcuni autori. Questi nuovi Titani corrispondono alla seconda generazione di Titani.
Cronos e Rea hanno generato insieme i primi sei dei dell’Olimpo: Zeus, Era, Poseidone, Ade, Estia, e Demetra.
La dea Afrodite proviene dall’evirazione di Ouranos da parte di Cronos. I resti del divino Titano furono gettati sulle onde da Cronos, e da questo organo nacque Afrodite.

La mitologia romana

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La mitologia romana riguarda le narrazioni mitologiche della civiltà legata all’antica Roma, e può essere suddivisa in tre parti:
  • Periodo repubblicano: nata nei primi anni della storia di Roma, si distingueva nettamente dalla tradizione etrusca e greca, soprattutto per quanto riguarda le modalità dei riti.
  • Periodo imperiale classico: spesso molto letteraria, consiste in estese adozioni della mitologia greca ed etrusca.
  • Periodo tardo-imperiale: consiste nell’assunzione di molte divinità di origine orientale, tra le quali il Mitra persiano, sincretizzato nel culto del Sol Invictus
*In Mesopotamia, Mitra era facilmente identificato con Shamash, Dio del Sole della Giustizia. Come di che concede la vittoria, Mitra era una divinità preminente nel culto ufficiale del primo Impero Persiano, dove erano a lui consacrati il settimo mese ed il sedicesimo giorno degli altri mesi.

La religione originaria

La religione originaria, dei primi romani venne modificata in periodi successivi dall’aggiunta di numerose e conflittuali credenze e dall’assimilazione di gran parte della mitologia greca. Quel poco che sappiamo della religione romana arcaica lo conosciamo non attraverso fonti contemporanee, ma grazie a scrittori tardi che cercarono di salvare le antiche tradizioni dall’abbandono in cui erano cadute, come lo studioso del I secolo a.C. Marco Terenzio Varrone.
Altri scrittori classici, come il poeta Ovidio nei suoi Fasti, furono fortemente influenzati dai modelli ellenistici e nei loro lavori impiegarono spesso miti greci per riempire i vuoti della tradizione romana. I Romani avevano una ricca fornitura di leggende quasi storiche sulla fondazione e sulle prime fasi dello sviluppo della loro città.
I primi re di Roma, come Romolo e Numa avevano una natura quasi interamente mitica ed il materiale leggendario può estendersi fino ai racconti della prima repubblica.
* Romolo (in latino Romulus), gemello di Remo e primo re e fondatore della città di Roma, il 21 aprile del 753 a.C., occasione in cui uccise il fratello Remo. La sua storicità è oggetto di dibattito, da parte degli studiosi, dall’inizio del XIX secolo, cosi come “l’inizio della tradizione letteraria sulla sua figura“.
* Numa, secondo re di Roma, dal 715 a.C al 673 a.C., succedendo a Romolo, per designazione del senato, dopo un’anno di interregno: figlio del sabino Pompone e marito di Tazia, figlia di Tito Tazio.

Il Pantheon

Il Pantheon (cioè l’insieme delle divinità) di Roma era molto popolato. Capo di tutti era Giove; seguiva sua moglie Giunone, Minerva, Marte, Apollo e tanti altri. Queste divinità furono riprese da quelle della religione greca e poi rivisitate, cambiando loro nome e qualche caratteristica fisica. Infatti il capo degli dei Giove, corrisponde nel Pantheon greco a Zeus, Giunone ad Era, Marte ad Ares, Minerva ad Atena, e così via. Solo alcuni di questi presentano lo stesso nome in entrambe le religioni: ad esempio Apollo, dio della luce, ed Eolo, dio del vento.

I miti

Le corrispondenze tra divinità greche e romane spiccano immediatamente all’occhio essenzialmente per la stretta vicinanza temporale tra le due culture, ma anche per l’importanza egemonica che i due popoli hanno avuto nel mondo antico. Sotto vengono riportate alcune delle più importanti corrispondenze tra i dei greci e quelli romani (rispettivamente):

  • Plutone (Ade), Dio degli Inferi, dei morti, delle ricchezze della terra (solamente presso i Romani) e delle ombre;
  • Apollo (Apollo), Dio dell’ordine, portatore del Sole, Dio della musica, della poesia, dell’arte, della scienza medica, della pestilenza e della divinazione;
  • Marte (Ares), Dio della guerra violenta, della violenza, degli spargimenti di sangue, della strategia militare e della guerra “giusta” (solamente presso i Romani) della rabbia, della natura, del tuono;
  • Diana (Artemide), Dea della caccia, della natura selvaggia, della luna crescente, dei bambini, delle ragazze vergini;
  • Minerva (Atena), Dea della strategia militare e della guerra “giusta” (solamente presso i Greci), ed anche della saggezza, delle arti utili, dei mestieri e dell’ingegno;
  • Saturno (Crono), Titano del tempo e capo dei Titani prima che venisse sconfitto e confinato nel Tartaro, padre di Zeus, Poseidone, Ade, Demetra, Estia ed Era;
  • Cerere (Demetra), Dea della terra, del grano, delle piante e della fertilità;
  • Bacco (Dionisio), Dio del vino, dell’impulso vitale, delle feste, dei banchetti, dell’ebbrezza, del piacere e della follia;
  • Sole (Elio), Titano che trainava il carro del sole prima di Apollo;
  • Giunone (Era), Dea del matrimonio e della famiglia, delle unioni e dei legami;
  • Cupido (Eros), Dio dell’amore fisico e del desiderio sessuale;
  • Urano (Urano), Dio primordiale: personificazione del cielo uno tra i più antichi dei, generato all’inizio del mondo grazie a Gea alla quale poi si unì per generare i dodici Titani (Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto, Crono, Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe, Teti);
  • Giove (Zeus), Re e padre di: Apollo, Artemide, Ares, Atena, Ermes, sovrano dell’Olimpo e dio del cielo e dei fulmini.

Il Cristianesimo

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Il cristianesimo è una religione a carattere monoteista, originata dal giudaismo nel I secolo, fondata sulla rivelazione, ovvero sulla predicazione contenuta nei Vangeli di Gesù di Nazareth, inteso come figlio del Dio d’Israele e quindi dio egli stesso, incarnato, morto e risorto per la salvezza dell’umanità, ovvero il messia promesso, il Cristo.

La nascita del cristianesimo

Classificata da alcuni come “religione abramitica”, insieme all’ebraismo (da cui essa nasce) e l’islam, è la religione più diffusa nel mondo, con una stima di circa 2,4 miliardi di fedeli, pari al 31,1% della popolazione della terra nel 2021. Il cristianesimo emerge nel primo secolo, come sincretismo unificante le varie religioni del mondo mediterraneo: religioni mesopotamico-cananee-egizie, di cui propaggine era il giudaismo (le cui scritture acquisirono centralità nel cristianesimo) e religioni greco-romane; alle origini si presenta come il duplice aspetto di giudeo-cristianesimo (o cristianesimo dei gentili, cioè i pagani, cioè le “genti”, i popoli definiti da una propria genealogia, che comunque dovevano osservare la legge di Mosè).

La creazione

Per i popoli cristiani, secondo il “Libro della Genesi”, ogni cosa fu creata da Dio. La Bibbia usa generi letterari simili alle culture del suo tempo, ma modifica i dati cosmologici in maniera da far risaltare la sua dottrina su Dio e sulla bontà della creazione. Ci sono due racconti della creazione, corrispondenti grosso modo ai capitoli 1 e 2 della Genesi. Il primo racconto della creazione usa lo schema letterario dei sette giorni. Il racconto suppone uno stato iniziale informe, in cui predominavano le tenebre e l’acqua. La creazione avviene per separazioni successive, nella seguente maniera:

  1. Nel primo giorno viene separata la luce dalle tenebre.
  2. Nel secondo giorno vengono separate le acque superiori (che si pensava stessero sopra la volta stellare) dalle acque inferiori. La concezione del tempo credeva che attraverso la volta celeste le acque superiori potessero filtrare, dando origine alla pioggia.
  3. Nel terzo giorno nelle acque inferiori viene separata la terra. Viene quindi generato il regno vegetale.
  4. Nel quarto giorno vengono poste nel firmamento le due luci maggiori, il sole e la luna (separazione del giorno dalla notte);
  5. Nel quinto giorno vengono creati gli esseri marini e gli uccelli, e vengono benedetti perché possano moltiplicarsi.
  6. Nel sesto giorno vengono creati tutti gli animali. Viene poi creato l’uomo, con le seguenti caratteristiche: deve dominare su tutto il resto della creazione; è creato uomo e donna; è creato a immagine e somiglianza di Dio; è benedetto perché sia fecondo; riceve in alimento i vegetali: semi e frutti degli alberi.
  7. Il settimo giorno Dio cessa dal lavoro, e benedice e consacra il settimo giorno. Ciò diventerà, nell’ebraismo, il precetto del riposo del sabato.

San Pietro, fondatore della prima chiesa

San Pietro, fondatore della I° Chiesa. Simone, detto Pietro (Betsaida, I secolo a.C – Roma, 64/67) è stato uno dei 12 apostoli di Gesù; la chiesa cattolica lo considera il primo papa. Nato in Galilea, fu un pescatore ebreo di Cafarnao. Il suo nome originario era Simon “colui che ascolta”. Divenuto apostolo di Gesù, dopo che costui lo chiamò presso il lago di Galilea; fece parte di una cerchia ristretta (insieme a Giovanni e Giacomo) dei tre che assistettero alla “resurrezione della figlia di Giairo”, alla “trasfigurazione nel monte Tabor” e “all’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi”. Pietro tentò di difendere il Maestro dall’arresto, riuscendo soltanto ferire uno dei suoi assalitori. Pietro, è stato unico, insieme al cosiddetto “discepolo prediletto” (credo Giuda) a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa e fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il Maestro, come questi aveva predetto. Prima della crocifissione e anche dopo la successiva resurrezione di Gesù, Pietro venne nominato dallo stesso Maestro, capo dei dodici apostoli e promotore di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima Chiesa cristiana.

La mitologia norrena

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Con mitologia norrena ci si riferisce alle credenze religiose pre-cristiane e alle leggende di popoli Scandinavi, inclusi quelli che colonizzarono l’Islanda, dove le fonti scritte della mitologia norrena furono assemblate. È la versione meglio conosciuta della più antica mitologia germanica, che include anche la strettamente correlata mitologia anglo-sassone.
La mitologia norrena non è frutto di una “religione rivelata”, in quanto priva di una fondazione storica individuale. Per la maggior parte dell’età vichinga venne trasmessa oralmente e le nostre conoscenze al suo riguardo sono principalmente basate su testi medioevali (in particolare le due versioni dell’Edda), compilati successivamente all’introduzione del cristianesimo. Nel folklore scandinavo, queste credenze sono durate a lungo anche successivamente al medioevo, in alcune aree rurali si sono conservate fino ai nostri giorni.

La creazione

La leggenda nordica narra di un abisso cosmico, il nulla, definito Ginnungagap, da cui sorsero una regione di fuoco verso sud e una di ghiaccio a nord. Dalla commistione tra questi due elementi nacque il primo gigante: Ymir, dal quale originarono tutti gli altri giganti. Tra i discendenti di Ymir, ebbero la vita Odino, Vili e , i quali ebbero uno scontro con Ymir. Facendolo a brandelli, dopo la sua uccisione, i tre fratelli, da ciascuno di questi pezzi crearono i nove mondi. Quindi il cosmo norreno è composto da nove mondi i quali sono tenuti assieme dall’Albero del Mondo, Yggdrasil. I tre fratelli furono anche responsabili della creazione del genere umano intagliando dei tronchi di legno e donando a queste nuove forme l’anima, l’intelletto e i sensi.

Gli Dei ed il Valhalla

Così come gli dei greci e romani abitavano l’Olimpo, allo stesso modo anche le divinità norrene avevano una loro ben precisa dimora. Infatti si era soliti credere che ad Asgard, abitassero gli dei meglio conosciuti come Aesir, o Asi, signori assoluti del cielo. Nello stesso mondo è posizionato un altro luogo fondamentale per i popoli norreni: il Valhalla, il paradiso che ospita le anime dei guerrieri periti con valore durante la battaglia. Infatti si crede che il furore vichingo durante la guerra fosse dovuto certamente all’idea che, il morire con coraggio sul campo durante gli scontri, desse come ricompensa il risveglio nel paradiso dei guerrieri per banchettare durante la notte. Tra i nove mondi che compongono il cosmo della mitologia norrena, Midgard rappresenta, ed è infatti posta idealmente, la terra di mezzo, il mondo centrale in cui vivono gli uomini. Circondata dalle acque, Midgard è collegata ad Asgard solo dal Bifrost, o ponte dell’arcobaleno, percorso ogni giorno dagli dei per riunirsi in consiglio e probabile idealizzazione dell’aurora boreale.

Odino

Il più importante è il già citato Odino, nome con cui si identifica il padre degli dei e tra loro il più saggio e il signore della guerra. Abita nel Valhalla e dal suo alto trono riesce osservare tutti i nove mondi che costituiscono il cosmo.

Thor

Thor rappresenta il dio della guerra. Tiene sotto il suo stretto controllo il caos e le sue forze e con il suo martello controlla i fulmini e i tuoni, elementi naturali che secondo la credenza popolare servivano a ripulire l’aria e il cielo.

Loki

Una figura sicuramente fondamentale, è Loki. La sua astuzia si trova in certi racconti al servizio di Odino e Thor per il perseguimento del bene, mentre in altri racconti viene ritratto come ingannatore e contrario all’ordine cosmico.

Tyr

Come Atena, personificava la giustizia, allo stesso modo era Tyr per i vichinghi. Il giudizio e la logica della sua mente razionale erano le caratteristiche a cui facevano affidamento le popolazioni.

Freya

Freya (in norreno, Freyja) è la dea della fertilità, dell’amore (soprattutto carnale), della seduzione, ma anche della guerra, della morte, dell’oro e della divinazione.

La mitologia azteca

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La mitologia azteca è il complesso di miti e credenze religiose sviluppati dal popolo degli Aztechi. Gli Aztechi erano originariamente una delle tribù “nahua” e quando arrivarono alla valle del Messico, portarono con loro le proprie divinità. Il più importante era Huitzilopochtli, il cui nome, tradotto letteralmente, significa “il colibrì del sud”, espressione che, secondo Laurette Séjourné, nel linguaggio esoterico “nahuatl” si può tradurre come “l’anima del guerriero che viene dal Paradiso”. Nella valle del Messico, o valle del Anahuac, gli Aztechi cercarono di incorporare la cultura e le divinità delle civilizzazioni più avanzate che avevano trovato al loro arrivo con quelle delle civiltà piú antiche, come quella dei Toltechi.

I Toltechi

I Toltechi erano un popolo nativo americano dell’epoca precolombiana che dominò gran parte del Messico centrale, tra il X ed il XII secolo. La loro lingua era il nahuatl, parlata anche dagli Aztechi. Da questa fusione nacquero Tlaloc, Tezcatlipoca e Quetzalcoatl. Non v’è dubbio che alcuni capi aztechi, come Tlacaelel, modificarono la storia per poter portare le proprie divinità tribali, Huitzilopochtli, allo stesso livello della maggior parte delle divinità nahua. Man mano che gli Aztechi cominciarono a conquistare altri popoli, furono accettati nuovi dei e le loro storie vennero intrecciate a quelle delle divinità che già veneravano.

La cosmogonia azteca

La cosmogonia azteca articola in cinque grandi età dominanti il mito della genesi del mondo. Ciascuna delle cinque ere inizia e finisce con la vita del sole. Ogni dio ha il compito di reggere il sole e, quando questo andrà distrutto, l’età si potrà considerare finita. La morte di ciascun sole coincide col fallimento della divinità, che viene di fatto sconfitta da un altro dio e condannata alla caduta sulla Terra. Il dio vincitore ha quindi il compito di occuparsi del nuovo sole. Il potere delle divinità è regolato da un elemento primario e dal suo processo di trasformazione: il passaggio simbolico dalla materia allo spirito. È un universo caratterizzato dalla distruzione e dall’incapacità degli dei di garantire un ordine armonico e stabile.

Le cinque ere

  • Età dei Quattro Giaguari, la Terra è abitata dai Giganti. Periranno tra le fauci dei giaguari, come ogni altro essere. Quando avranno divorato ogni cosa, compreso il sole, i giaguari moriranno e l’era sarà conclusa. Divinità: dio Tezcatlipoca.
  • Età dei Quattro Venti, gli uomini diventano scimmie e il mondo viene devastato dagli uragani. Divinità: dio Quetzalcoatl.
  • Età delle Piogge, quest’età è contraddistinta da grandi piogge di fuoco. Solo gli uccelli riuscirono a salvarsi. Divinità: dio Tlaloc.
  • Età delle Acque, un’alluvione di enorme portata causa l’inondazione delle terre emerse e trasforma gli uomini in pesci, rane ed esseri acquatici. Il diluvio dura 52 anni. Si salvano solamente un uomo e una donna, riparandosi dentro un tronco di cipresso. Tezcatlipoca punirà la loro disobbedienza trasformandoli in cani. In mancanza di superstiti per una nuova età, Quetzalcoatl assume le sembianze di Xolotl, dio dalla testa di cane, raggiunge il regno dei morti e bagna col proprio sangue le ossa degli uomini defunti, ridandogli la vita e salvando l’umanità. Divinitá: dea Chalciuhtlicue.
  • Età dei Terremoti, È l’ultima età, contemporanea all’arrivo dei conquistadores. La Terra avrebbe dovuto collassare su se stessa in seguito a ripetute scosse sismiche. Infine le tzitzimime, una tribù di dee mostruose fatte di sole ossa, sarebbero emerse dalle tenebre per annientare l’umanità. Avrebbe così avuto luogo la catastrofe finale. Divinità: dio Tonatiuh o dio Nanauatzin.

Le cinque direzioni

Gli Aztechi rappresentavano il mondo in corrispondenza alle cinque direzioni indicate da una croce.

  • L’Oriente, terra della luce e della fertilità, contraddistinto dai colori giallo, rosso e verde. È legato al sole della prima Etá.
  • Il Nord, terra delle tenebre e dell’aridità, contraddistinto dal colore nero. È legato ai soli “dell’Età dei Venti” e “dell’Età delle Piogge”. A nord si trova anche Mictlan, il regno sotterraneo dei morti, sorvegliato dal dio Mictlantecuhtli.
  • L’occidente, terra della nebbia e origine dell’umanità, contraddistinto dal colore bianco. È legato al quarto sole, quello governato da Chalcihuitlicue. È il paese del “Giardino di Tamoanchan”, sede delle divinità femminili.
  • Il Sud, terra del sole meridiano, contraddistinto dal colore blu. È legato al sole “dell’ultima Età”, i “Terremoti di Tonatiuh”. È la casa di Huitzilopochtli, dio del sole e della guerra, prima divinità azteca.
  • Il Centro, simbolo del sole regolatore, punto di contatto tra il cielo e la terra, associato al numero cinque.
    La “Pietra del Sole”, il più famoso tra i geroglifici aztechi, è disposto secondo il quincunce, la posizione a croce dei quattro punti cardinali che convergono verso Tonatiuh, l’ultimo dio sole al centro.

La mitologia indù

La mitologia indiana o mitologia indù raggruppa un gran numero di miti che descrivono l’antica epoca in cui vivevano le divinità creatrici e ordinatrici del cosmo, insieme ad altri personaggi leggendari, intramezzati da discorsi filosofici e morali. È la base dell’induismo e ha influenzato la filosofia indiana e altre religioni come il buddismo e il giainismo. I più antichi testi mitologici indiani sono i quattro Veda, che sarebbero stati rivelati e poi trasmessi per via orale prima di essere scritti in differenti epoche avanti Cristo. Questi testi sono all’origine dell’induismo.

La nascita della mitologia indù

La mitologia indù si fonda su una trinità, Trimurti, termine Sanscritto che letteralmente significa “Tre Aspetti, Tre Forme”, rappresenta la triplice forma di un unico Dio. I tre aspetti della divinità superiore si manifestano attraverso Shiva (il distruttore), Vishnu (il ricostruttore) e Brahma (il creatore). A queste tre divinità maschili ci sono le corrispondenti divinità femminili: Parvati, Lakshmi e Sarasvati. La particolarità della mitologia indù risiede nel pragmatismo di questa trinità. Questi tre aspetti dell’eternità influiscono direttamente sul destino dell’uomo, manifestandosi nella dimensione temporale.

La mitologia vedica

La mitologia vedica è molto antica, risalendo probabilmente al II millennio a.C., e presenta somiglianze con la ricostruita religione protoindoeuropea. Divinità di spicco sono Dyauş Pitã (padre cielo) e Prthvĩ Mãtã (madre terra), da cui discendono le altre divinità, tra cui preminente è il dio della folgore Indra.

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La mitologia cinese

La mitologia cinese è conosciuta grazie a testi risalenti alla dinastia Han (governò la Cina dal 206 a.C. al 220 d.C). Risalenti a più di duemila anni fa, possono essere considerati in un certo senso recenti. Furono redatti da letterati che rivisitarono la mitologia antica, tenendo conto delle loro concezioni filosofiche. In certi casi hanno associato le più importanti divinità a sovrani cinesi. Hanno anche associato molti dèi alle cinque direzioni (i quattro punti cardinali e il centro), secondo una cosmologia elaborata nella bassa antichità.

In origine

Possiamo avere un’idea di cosa fosse la mitologia cinese originaria, comparandola con quella di altri popoli dell’Estremo Oriente. Estendendo il paragone a tutta l’Eurasia, ci si può rendere conto che gran parte della mitologia cinese è di origine indo-europea. Possiede infatti dei punti in comune con la mitologia germanica, la mitologia greca e quella dei popoli slavi e scandinavi. Questo è dovuto alla remotissima invasione della Cina da parte di un popolo indo-europeo, i “Tocari”, più di tremila anni fa. I cinesi dell’antichità li chiamavano i Quan-Rong, il termine Rong era applicato a tutti i barbari occidentali.

La creazione

La creazione del mondo fu dovuta alla fine del gigante, Pangu, che nella mitologia cinese è annoverato come il primo essere vivente ed il creatore di tutte le cose. Il suo soffio divenne vento e nuvole, il suo occhio destro il Sole, il suo occhio sinistro la Luna, i suoi quattro arti i quattro angoli del mondo, il suo sangue e il suo sudore il Fiume Giallo e il Fiume Azzuro. Pangu è di tutta evidenza correlato al gigante Ymir della mitologia norrena o da Purusha della mitologia indiana. Il mito è giunto in Cina tardivamente dal Tibet, già in contatto con la civiltà tokhariana.

Le divinità

All’inizio della loro storia, i Cinesi, posizionano i Tre Augusti: Fuxi, Nüwa e Shennong. Fuxi è oggi chiamato Taihao. Le leggende vogliono che abbia insegnato la pesca e l’allevamento agli uomini. Aveva un ruolo di mediatore tra gli uomini e gli esseri divini. Sua sorella e sposa era Nüwa, una dea della fecondità: presiedeva ai matrimoni, come Fuxi, e alla nascita dei bambini. Shennong era invece un dio dell’agricoltura, che aveva importanza anche nel commercio. Gli si attribuisce anche la scoperta delle piante medicinali.
I tre augusti e i 5 imperatori sono figure leggendarie. Secondo la tradizione essi avrebbero regnato su parti della odierna Cina durante un arco di tempo che va dal 2850 a.C. al 2205 a.C. Diversi miti riportano le loro storie e presunte vicende, concordando sull’attribuzione del ruolo di primi civilizzatori a questi mitici sovrani e saggi del passato.

I tre augusti e i cinque imperatori

I tre augusti e i 5 imperatori rappresentano quindi uno dei principali miti fondativi della civiltà cinese. Secondo la mitologia, i tre augusti, noti anche come tre sovrani, erano semi-dei o re-dei che usavano i loro poteri magici per migliorare la vita del loro popolo. Per le loro virtù sovrannaturali vissero fino a età leggendarie e governarono in un periodo di lunga pace. Ai tre augusti si attribuiscono varie identità in diversi testi storici cinesi. Nelle “Memorie di uno storico” di Sima Qian si sostiene che fossero: Fuxi, il sovrano celeste per 18.000 anni, Nüwa, il sovrano terreno per 11.000 anni e Shennong, il sovrano umano, che regnò per 45.600 anni.

Fuxi e Nüwa

Sia Fuxi che Nüwa sono il dio e la dea, fratello e sorella, a cui si attribuisce la discendenza dell’umanità in seguito a un diluvio catastrofico, mentre Shennong avrebbe inventato l’agricoltura e sarebbe stato il primo a usare le erbe mediche (colui che avrebbe assaggiato le “100 erbe”, trovando i veleni, le cure, ed altri vari infusi).

I cinque imperatori

I cinque imperatori erano leggendari, re-saggi moralmente perfetti. Secondo gli Annali del grande storico essi furono: l’Imperatore Giallo, l’Imperatore Zhuanxu, l’Imperatore Ku, l’Imperatore Yao e l’Imperatore Shun. Yao e Shun sono conosciuti anche come i due imperatori, e, insieme a “Yu il grande” (il primo re della dinastia Xia, regno per 45 anni), il fondatore della dinastia Xia, vennero considerati nella successiva storia cinese sovrani modello ed esempi da seguire per l’etica confuciana.

La mitologia egizia

La mitologia egizia (o religione egizia) è l’insieme delle credenze religiose e dei riti del popolo egiziano fino all’avvento del Cristianesimo e della religione Islamica. All’inizio dei tempi, quando ancora nulla era stato creato, quando non esisteva un “sopra” o un “sotto”, un “prima” o un “dopo”, un “si” o un “no”, quando ancora non esistevano né la gioia né il dolore e neppure il giorno e la notte, c’era solo una distesa di massa liquida infinita.

Le divinità primordiali

Si chiamava Nun e ricopriva ogni cosa ed ogni spazio; era un oceano immenso, una sorta di “brodo primordiale” che al suo interno custodiva i germi della vita ancora immersi nel caos. Huh era l’aspetto maschile della divinità primordiale, mentre la forma femminile era Huhet. Insieme formavano una delle quattro coppie primigenie dell’Ogdoade ermopolitana ed entrambi rappresentavano l’infinito, inteso più come concetto di tempo, che di spazio. Gli altri membri dell’Ogdoade erano Nun e Nunet(le acque primordiali), Kuk e Keket (l’oscurità), Amon e Amonet (l’invisibilità).

La creazione

Le maggiori notizie sulla Cosmogonia si trovano nel “Libro dei Morti” e nei testi funerari raffigurati nella tomba di Seti I. Dopo essere emerso dalla materia primordiale, l’uovo cosmico era posto nelle mani di Huh e Huhet e da esso sarebbe poi uscito Ra, con le sembianze di un “uccello fatto di luce” e simboleggiante “la creazione del mondo”. Tra le varie ipotesi della Cosmogonia egizia, vi era anche quella che Huhet fosse stata generata dal dio Ptah.
Le più antiche ideazioni egizie relative alla cosmogonia e all’origine degli dei risalgono all’Antico Regno. Lo sviluppo dottrinale del mito della creazione dell’universo e del pantheon egizio avvenne nei quattro grandi centri sacerdotali di Eliopoli, Ermopoli, Menfi e Tebe.

Teologia eliopolitana

La cosmogonia eliopolitana, nota attraverso i “Testi delle piramidi”, pone al centro del mito della creazione il dio solare Atum. Questo sarebbe nato dall’oceano primordiale (Nun), prima della nascita del cielo e della terra. Salito su una collina, creò con lo sputo Shu, il vuoto, e la dea Tefnut, l’umidità, che a loro volta generarono Geb e Nut, la terra ed il cielo. Da questi ultimi nacquero due coppie di fratelli e sorelle, Osiride, Iside, Seth e Nefti, i quali procrearono l’umanità. L’insieme di queste divinità forma la grande Enneade eliopolitana.

Teologia menfita

La genealogia divina di Menfi, conosciuta come “Trattato di teologia menfita”, è giunta su una stele (lastra monolitica in pietra calcarea), risalente all’VIII secolo a.C. ed attualmente conservata al British Museum. La stele è detta anche “Pietra di Shabaka”. Secondo la dottrina di Menfi, la creazione del mondo sarebbe opera di Ptah, che con il cuore, sede del pensiero, e con la lingua, la parola che conferisce la vita, avrebbe generato otto emanazioni di sé. Secondo questa sistemazione sacerdotale la divinità non si accontentò di creare solamente gli dei, ma anche le città ed i distretti egizi, insegnando agli uomini l’agricoltura e l’artigianato apportando benessere e prosperità al mondo.

Teologia ermopolitana

Secondo la cosmologia di Ermopoli (Ashmunein), una collina di fango sarebbe emersa dalle acque, originando otto dèi primordiali, quattro maschili con testa di rana e quattro femminili con testa di serpente. Queste otto divinità formarono l’Ogdoade ermopolitana, da cui il nome di Ermopoli, che significa città degli otto. La collina primordiale, secondo la teologia menfita, era personificata nel dio Tatenen. Col tempo, i gruppi rivali si fusero, Ra e Atum furono identificati in una sola divinità.
Nel capitolo 175 del Libro dei Morti, Atum parla della fine dei tempi, perché nella mentalità egizia nulla è eterno, neppure gli dei: “Io distruggerò tutto ciò che ho creato, questo Paese tornerà al suo stato di oceano primordiale, allo stato di flutto, al suo stato primario”, afferma il dio, che alla fine dei tempi tornerà ad essere un serpente, forse la sua forma originaria, e sopravviverà quando tutti gli dei e tutta l’umanità saranno invece ridotti a fango inerte. Ma, secondo il credo egizio, dopo una fine c’è sempre un nuovo inizio: “come il sole muore tutte le sere per rinascere, così accadrà anche al mondo”.

 

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