pubblicato a settembre 2024

prossimo a dicembre 2024

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storia

Civiltà antiche

Tra mito e realtà

Secondo varie fonti, la prima civiltà sarebbe apparsa 78 mila anni fa, in un continente gigantesco, conosciuto come Lemuria. Collocato nel Oceano Indiano oppure in quello Pacifico, questo continente durò 52 mila anni (come citato in racconti e romanzi) e si dice che venne distrutto da un terremoto – scienza o fantascienza ?

La deriva dei continenti

La deriva dei continenti è una teoria geologica secondo la quale i continenti migrano, spostandosi a zattere galleggianti sullo stratto inferiore della crosta terrestre. Prima di tale teoria, gli scienziati postulavano teorie su continenti sommersi per spiegare l’esistenza di animali terrestri appartenenti ad una medesima specie, ma separati da barriere geografiche insormontabili.

Ad esempio i “lemuri”, viventi oggi, si trovano solo in Madagascar e nelle isole vicine, ma la scoperta di famiglie di lemuri estinte, dal Pakistan alla Malaysia, e la loro totale assenza in Africa e Medioriente, portano lo zoologo Philipe Sclater a pensare che il Madagascar e l’India fossero state, un tempo, parte dello stesso continente, più grande a cui ha dato il nome di Lemuria, proprio dal nome dei lemuri.

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Avanzo di un continente?

Nell’Oceano Indiano, a 700 km dalle isole Mauritius è stato trovato un antico pezzo di crosta terrestre coperto di lava, con zirconi antichi di tre miliardi di anni. “Lo zircone è considerato uno dei minerali più antico del mondo e si forma nella crosta terrestre, nelle rocce magmatiche, in condizioni quindi di elevatissima temperatura e pressione.“. Per questo motivo poteva formarsi solamente su un continente e non in mare. Vuol dire che si tratta appunto di un avanzo di un continente scomparso.

Inoltre sappiamo che l’Europa è stata attacata al Nord America, e l’Africa al Sud America, come suggerisce anche l’impressionante combacciare delle coste del Golfo di Guinea e Brasile.

Panthalassa e Pangea

Teorie fantascientifche a parte, la geologia ci spiega comunque che 570 milioni di anni fa, tutte le attuali terre erano raggruppate in due supercontinenti: Laurasia e Gondwana. 290 milioni di anni fa, Gondwana si riunì a Laurasia, formando un supercontinente unico chiamato Pangea, ma a partire da 205 milioni di anni fa si frammentò di nuovo. Da Gondwana derivano le attuali Sudamerica, Africa, India, Antartide e Australia: ma anche come scoperto di recente (pubblicato dalla Nature Communications), la sommersa Mauritia.

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Pangea si sarebbe formata 245 milioni di anni fa, a causa del processo della tettonica delle placche, da due super-continenti: Laurasia (super-continente del nord) e Gondwana (super-continente del sud). Dalla frammentazione di Pangea derivano gli attuali continenti, con relative geometrie. La teoria sulla Pangea è oggi largamente accettata, e viene detta la “teoria della deriva dei continenti“. I geologi, anzi, ipotizzano che Pangea sia stata preceduta da diversi altri super-continenti.

Teorie e ipotesi

Fu all’inizio del XX secolo che il fisico tedesco Alfred Wegener fu attirato da una strana coincidenza: la forma della costa occidentale del continente africano e quella della costa orientale del continente sud-americano combaciavano perfettamente.

In effetti Wegener, con i mezzi e le conoscenze a disposizione nel secolo scorso, non poteva spiegare come e perché da Pangea si fossero poi distaccati i vari continenti e da che cosa potesse nascere la forza responsabile dei loro spostamenti successivi. Oggi si sa che la causa è associata ai moti convettivi interni del pianeta, dovuti alla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno della terra, tema ampiamente trattato nella teoria della Tettonica della placche.

Panthalassa

Panthalassa è il nome del più antico oceano che più di 200 milioni di anno fa circondava il “super-continente” Pangea. Dal greco pan-tutto e thàlassa-mare (Oceano Pacifico Primordiale), era l’unico e gigantesco oceano presente sulla Terra ai tempi del Triassico, ai primi stadi dell’evoluzione dei continenti.

Secondo la teoria della tettonica a zolle, l’enorme oceano circondava l’unico super-continente presente, Pangea.

In seguito, con il progressivo allontanamento delle varie zolle tettoniche, la Panthalassa si divise in più oceani e mari.

William Niven rinvenne, nel 1911, nello Yucatan, in Messico, alcune antiche rovine, sepolte sotto strati di cenere vulcanica presso una cittadina a nord di Città del Messico. Niven ci dedico vent’anni della sua vita a perlustrare la Valle del Messico. Ha raccolto oltre 20 mila reperti che ha portato nel suo museo privato nella capitale messicana. 2.600 di questi reperti sono conosciuti come “le tavolette naacal” oppure anche “le tavolette di Niven“, a cui il colonnello James Churchward, dedica un intero capitolo nel suo libro “Lost Continent of Mu, the Motherland of Man“, pubblicato nel 1926, e poi rivisitato nel 1931.

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Panthalassa

Tre civiltà evolute

Detto ciò, molti studiosi sostengono che esistevano contemporaneamente almeno tre civiltà evolute dal punto di vista tecnologico scientifico. In primo luogo, quindi, esisteva Lemuria, sugli altopiani dell’Abissinia, attorno alla regione del Congo, nell’Africa del Sud e in un arcipelago parzialmente sommerso che andava dal Madagascar alla Malesia.

Esisteva poi un continente, Mu, che comprendeva la Corea, la Cina, l’Indonesia, il sud del Giappone, il deserto di Gobbi, il sud est asiatico e  l’Isola di Pasqua, le isole dei Ladroni, le Fiji e Tahiti. In fine un continente che occupava arcipelaghi e isole nell’oceano Atlantico ora sommersi, la zona dove oggi ci sono le isole Azzorre, il centro e l’est dell’America meridionale, incluso il nord delle Ande, il Perù e il Brasile, e la zona del Triangolo delle Bermuda, dove si trova l’isola di Bimini e la parte occidentale delle coste di Cuba. Tale continente era Atlantide.

Platone

Il filsofo greco Platone, che citò per primo il leggendario continente perduto, scrisse che l’impero sarebbe sprofondato “in un singolo giorno e una singola notte di disgrazia”. Il suo allievo Aristotele bollò il racconto come un’invenzione, ma la leggenda è rimasta in vita fino ai giorni nostri, e ad Atlantide sono stati dedicati migliaia di libri e film. Alla disputa sull’esistenza dell’isola hanno posto fine studi geologici recenti, che hanno dimostratto che un continente simile non avrebbe potuto sorgere nell’Oceano Atlantico.

Una teoria più credibile invece posiziona l’antica Atlantide nel Mar Egeo, a cavallo tra Santorini e Creta: qui esistono segni di una fiorente civiltà, distrutta per una violentissima eruzione vulcanica, accompagnata da terremoti e maremoti, nel 1470 a.C.

Sebbene non tutti gli studiosi accettano l’esistenza di civiltà come Lemuria, Mu o Atlantide, dobbiamo precisare che quasi tutti condividono l’elemento cataclismico che avrebbe fatto affondare questi continenti.

Il Continente Mu

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Il Continente Mu

Mu, quindi, è un ipotetico continente scomparso nell’oceano Pacifico, descritto dall’anglo-americano James Churchward(1851-1936), sulla base di una traduzione, poi rivelatasi completamente errata, del XIX secolo, dall’abate fiammingo Charles Ètienne Brasseur de Bourbourg da un manoscritto Maya. Secondo le attuali conoscenze scientifiche l’esistenza di un tale continente non è compatibile con la storia geologica del Pacifico.

Il Codice Troano

Nel 1864 l’abate Charles Ètienne Brasseur, detto de Bourbourg, ritenne di essere riuscito a decifrare il cosiddetto “Codice Troano”(facente parte del codice Tra-Cortesiano o di Madrid), un manoscritto maya, applicando il metodo inventato nel Cinquecento da Diego de Landa, un monaco spagnolo che divenne vescovo dello Yucatán. De Landa, che dal 1562 in poi aveva fatto bruciare i testi maya ritenendoli “superstizioni e menzogne diaboliche”, in un secondo tempo si interessò alla cultura maya e cercò di apprenderne la scrittura.

De Landa

Il vescovo De Landa tuttavia partì dal presupposto errato che la lingua maya fosse scritta con un alfabeto fonetico (come la lingua spagnola e latina a lui note), mentre in realtà era basata su logogrammi. Ricavò dunque una tavola comparativa tra lettere dell’alfabeto latino e caratteri maya del tutto inaffidabile. Tre secoli dopo Charles-Etienne Brasseur (1814-1874) rinvenne nella biblioteca dell’Accademia Storica di Madrid una copia ridotta del monumentale trattato scritto da Landa, libro che nel frattempo era andato perduto, come del resto buona parte della conoscenza della scrittura maya.

Brasseur

Brasseur si applicò subito alla traduzione di uno dei pochissimi codici maya superstiti, il Codice Troano, utilizzando l’alfabeto maya inventato da Landa. Ottenne un testo piuttosto incoerente che sembrava parlare di una terra che era sprofondata in seguito ad un cataclisma (si scoprì in seguito che il codice trattava in realtà di tutt’altro argomento, cioè di astrologia). Trovando infine un paio di simboli che gli erano sconosciuti, Brasseur li tradusse con quelli di Landa, che più gli sembravano simili, ottenendo la parola “mu”, che egli ritenne fosse il nome della misteriosa terra. Prima di Brasseur non c’è traccia reale e nota di Mu in nessuna cultura preistorica o protostorica.

I Naacal

James Churchward, che riprese, successivamente, l’interpretazione di Brasseur, la ampliò e la rese popolare, generalmente presentato come un colonnello dell’esercito britannico in pensione, scrive che, nel corso dei suoi viaggi in Oriente alla fine dell’Ottocento, finì con l’imbattersi nella storia di una remota civiltà scomparsa nella notte dei tempi, Mu, l’Impero del Sole, fonte di tutte le antiche civiltà del pianeta, in una serie di antichissime tavolette di terracotta, le “tavolette dei Naacal”, custodite in un tempio indiano del cui egli era divenuto amico.

I Naacal sarebbero stati una confraternita di “saggi”, provenienti da Mu, i quali le avrebbero scritte, o a Mu stesso, prima del suo inabissamento, oppure in Birmania dopo il medesimo, da dove poi esse furono esportate in India. Churchward fornisce nei suoi scritti una trascrizione dell’alfabeto di Mu, ma gli originali delle tavolette non sarebbero stati mai più visti da nessuno dopo di lui e non vi è pertanto alcuna prova della loro esistenza. Dopo aver trascritto le tavolette, l’autore iniziò una serie di viaggi in tutto il mondo allo scopo di suffragare ulteriormente le sue teorie, che rese note con il suo libro “Mu, il continente perduto” (Mu: The Lost Continent), pubblicato nel 1926 e aggiornato successivamente nel 1931.

Storia o leggenda?

A causa della notorietà che i libri di Churchward avevano ottenuto a suo tempo, sono apparse tutta una serie di pubblicazioni fantastiche o fanta-archeologiche che asseriscono di mostrare come in antichi documenti, di volta in volta indiani, amerindi, cinesi e così via, vi siano riferimenti a questo fantomatico continente scomparso, l’esistenza del quale però non è compatibile con la storia geologica del Pacifico secondo le attuali conoscenze scientifiche.

Secondo le descrizioni di Churchward il continente Mu, situato nell’oceano Pacifico, era un vasto territorio ondulato che aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l’isola di Pasqua e le Figi. Da est a ovest misurava 8.000 km e in latitudine 5.000 km.

Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta di grande giardino dell’Eden. Il nome deriverebbe dalla lettera greca mi (anche pronunciata mu), che sarebbe stata trovata incisa sulle pareti delle grotte di accesso al continente. Al momento della sua scomparsa, circa 12.000 anni fa, secondo Churchward sarebbe stato abitato da 64 milioni di persone di varie razze, sulle quali predominava quella bianca, con molte grandi città e colonie negli altri continenti.

Le tavolette naacal

La Valle del Messico

Stando alle parole scritte dallo stesso Niven, e poi riportate da Churchward, l’archeologo aveva trovato (lungo buona parte della Valle del Messico) i resti di due civiltà, testimoniati da tre stratificazioni geologiche. Infatti aveva rinvenuto tre diverse pavimentazioni, appartenute ad un’enorme città.

Il primo strato era il più giovane, il più recente, ed era quello in cui erano stati rinvenuti gran parte dei reperti.

Il secondo era più antico e portava tracce di un’attività sismica.

Il più interessante era il terzo. Infatti al di sopra della terza pavimentazione, la più antica, c’era uno spesso strato di ceneri che Niven dice aver appurato essere di origine vulcanica. E sotto la cenere c’erano i resti di immensi edifici, distrutti e dilaniati da un cataclisma. Le porte di pietra erano state tramutate in un materiale duro come la roccia, e archi di pietra introducevano in nuovi ambienti.

L’archeologo trovò anche una tomba ricolma di molti oggetti votivi, evidentemente lasciati lì a corredo funebre. Tra questi oggetti, c’erano ben 2.600 tavolette in pietra. Su ognuna di esse era riportato un simbolo. Niven fece una decalcomania di ognuna di esse, le catalogò, alcune le fotografò anche. Oggi nessuno sa che fine abbiano fatto quelle tavolette: ma la loro esistenza è testimoniata dal libro di Churchward.

James Churchward

James Churchward(1851-1936), scrittore, ingegnere e inventore britannico, fu molto influenzato da Auguste Le Plongeon, un archeologo americano convinto di avere le prove che l’antico Egitto fosse una ramificazione della civiltà maya. Anni dopo, grazie alla scoperta delle tavolette naacal, Churchward affermò di avere le prove dell’esistenza della culla di tutte le grandi civiltà, iniziando cosi a scrivere la serie di libri su Mu che gli ha dato la fama.

Grazie alla comparazione con documenti storici preesistenti (come il Manoscritto Troano, Il Codice Cortesianus, il Manoscritto di Lhasa, le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatan e quelle del tempio di Xochicalco a sud-ovest di Città del Messico), fu possibile, quindi, per Churchward definire la storia di Mu:

Tratto da "Lost Continent of Mu, the Motherland of Man“ di Churchward

Il Continente Mu, situato nell’Oceano Pacifico, era un vasto territorio ondulato che aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l’Isola di Pasqua e le Fiji. Da est a ovest misurava 8000 km e in senso verticale 5000 km. Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta di grande giardino dell’Eden. Il continente era abitato da 64 milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi e governati da un re unico, detto Ra-Mu. Il regno di questo monarca venne chiamato “Impero del Sole”.

La religione seguita su Mu era unica per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva indicata con il nome fittizio “Ra il Sole”, poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu credevano nell’immortalità dell’anima e del suo futuro ritorno a Dio. Nel continente Mu non c’erano mai state violenze, si viveva nel benessere e nella prosperità ed era popolata da diverse razze.

La navigazione era una delle attività preponderanti dei “muani”, tuttavia essi erano anche dei ottimi architetti e scultori. Il materiale principale utilizzato in queste arti era la pietra. Mu era divisa in tre grandi zone ed aveva sette città principali. Da qui partirono navi che raggiunsero tutto il mondo e portarono scienza, religione e commercio. Mu fondò diverse colonie tra cui l’impero coloniale di Mayax in America, l’impero Uighur nell’Asia centrale e nell’est Europeo e il regno dei Naga nell’Asia meridionale. “

Conclusioni

Tuttavia, la teoria di Churchward non ha mai trovato sostegno scientifico e la maggior parte degli studiosi ha considerato il continente Mu come una leggenda popolare senza alcun fondamento reale. Infine, il mistero di Atlantide, l’isola leggendaria la cui prima menzione si deve a Platone nei suoi dialoghi “Timeo” e “Crizia”, ha affascinato l’umanità per secoli.

La sua presunta ubicazione e la storia della sua scomparsa sono diventate argomento di speculazioni, ricerche e teorie che spaziano attraverso vari campi del sapere, dalla geologia alla storia, dall’archeologia alla mitologia. Nonostante gli sforzi, la localizzazione precisa di Atlantide rimane un enigma, dando vita a una moltitudine di ipotesi che posizionano questo mitico continete in diversi angoli del globo, ma l’ipotesi piu credibile rimane sempre nel Mar Egeo a cavallo di Creta e Santorini.

Ma quale è la prima civiltà evoluta conosciuta?

La risposta è “i popoli della Mesopotamia”. A partire dal IV millennio a.C. in Mesopotamia sono nate le prime grandi civiltà della storia umana e, fra queste, le piu importanti sono quelle dei Sumeri, dei Babilonesi e degli Assiri. E prima ancora, tra la fine dell’ultima era glaciale, 10.000 a.C. circa, e l’inizio della storia, La Mesopotamia, nota anche con il nome di “mezzaluna fertile“, venne abitata da diverse civiltà che fondarono città come Ubaid ed Uruk. Uno dei siti neolitici più antichi conosciuti in Mesopotamia è Jarmo, ai piedi del Monte Zagros, ad un altitudine di 800 m s.l.m., risalente al 7000 a.C. circa.

Con il termine Mesopotamia, i Greci intendevano la zona settentrionale che si estende tra l’Eufrate e il Tigri. Con il tempo questa definizione divenne di più ampio respiro, fino a comprendere anche le zone limitrofe: i Monti Zagros a est, la catena montuosa Tauro a nord, steppe e deserti a ovest e sud-ovest e, infine, il Golfo Persico a sud. A queste grandi civiltà si devono importanti scoperte e invenzioni: i Sumeri furono tra i primi ad inventare la scittura, mentre i Babilonesi hanno ideato uno dei primi codici di leggi della storia, Il Codice Hammurabi. Alcune di queste civiltà, come gli Assiri hanno fondato un vasto impero.

Le ziggurat

Dal punto di vista architettonico sono da considerare di particolare importanza le cosiddette “ziggurat“, edifici templari a forma di piramide, caratterizzate da una sovrapposizione di piani, sul cui culmine era edificato un tempio dedicato al dio della città. Si suppone che le ziggurat potessero essere utilizzate anche per le osservazioni astronomiche, scienza in cui i Babilonesi erano particolarmente esperti. La più antica ziggurat a noi prevenuta si trova nell’antica città di Ur, sud della Mesopotamia, e risale all’epoca del re Urnammu (circa 2050 a.C.).

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(cartina della Mesopotamia)

I Sumeri

E i Sumeri da dove provenivano quando attorno al V millenio a.C. si stabilirono in Mesopotamia? Quello che si sa è che apparvero già provvisti di nozioni agricole idrauliche e astronomiche, tali da ipotizzare loro predecessori, che al momento non sono stati trovati.

E, invece, quale è la prima civiltà conosciuta?

Perché gli uomini ci sono solo da 200 mila anni eppure la civiltà più antica che conosciamo è quella sumera, di 6000 anni fa? Cosa è succeso nei restanti 194 mila anni? A scopo informativo, esistono prove fossili di esseri vissuti già 300 mila anni fa, nell’attuale nord America, 280 mila anni fa in Africa orientale e 210 mila anni fa in Grecia.

Detto questo, in tutto quel arco di tempo, escluse quelle due o tre volte che abbiamo rischiato l’estinzione tra super-eruzioni e glaciazioni, non è successo niente di rilevante, specialmente ai fini storici, inerente alla civiltà umana. Questo perché l’Homo sapiens dovette aspettare lo sviluppo dell’agricoltura per trasformare i piccoli gruppi di cacciatori nomadi, nelle popolazioni stabili e numerose, che poi diedero il via alla civiltà vera e propria, qualche migliaio di anni fa.

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Hanno lasciato un segno

Vlad Țepeş III

Vlad III di Valahia(o Țara Românească) (Sighişoara, 2 novembre 1431 – Bucureşti, dicembre 1476/10 gennaio 1477), meglio conosciuto come Vlad, o con il suo nome patronimico Dracula. Fu membro della Casa dei Drăculeşti, un ramo collaterale della Casa di Basarab. Fu figlio del voivoda di Valahia Vlad II Dracul, membro dell’Ordine del Drago(drac, in rumeno), fondato dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo. Tuttavia, in Romania, la figura del drago non esisteva e la parola dracul significa letteralmente il diavolo. Tale ordine è nato per proteggere il cristianesimo nell’Europa orientale.

Vlad Țepeş III, l'Impalatore

Noto anche come Vlad Țepeş (in rumeno inteso come l’Impalatore), fu tre volte voivoda di Valahia, rispettivamente nel 1448, dal 1456 al 1462 ed in fine nel 1476. Il soprannome l’Impalatore deriva dalla sua predilezione ad impalare i nemici (infatti: veniva inserito un pallo di dimensioni tali da poter sostenere il corpo del malcapitato, dal posteriore (sedere) ed usciva dal collo). Si calcola che nei tre periodi in cui governò, per un totale di appena sette anni, mise a morte 100 mila nemici, malfattori e ladri, nella maggior parte dei casi per impalamento. Per questo motivo dal XVI secolo fu noto come Vlad Țepeş, l’Impalatore.

Durante la sua vita la reputazione di essere crudele e sanguinario si diffuse nel Sacro Romano Impero e, più in generale in tutta Europa. Vlad III è visto come eroe popolare in Romania, cosí come in altre parti d’Europa, per aver protetto la popolazione rumena sia a sud, sia al nord del Danubio.

Dracula

Il conte, per la sua brutalità e per il suo patronimico, fu celebre fonte d’ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker nella creazione del suo personaggio più famoso, il vampiro Conte Dracula, protagonista dell’omonimo romanzo, Dracula(1897).

Scoperte mediche più recenti

Quanto segue è quanto emerge da un articolo di recente pubblicato su Analytical Chemistry, rivista specializzata dell’American Chemical Society, che racconta i risultati dell’analisi di alcune proteine rilevate su tre lettere scritte dal politico nel XV secolo.

Diverse testimonianze storiche riportano che Vlad piangesse lacrime di sangue. Gli scienziati hanno analizzato la superficie di tre lettere scritte a mano da Vlad ai governanti della città di Sibiu, in Romania, la prima delle quali, datata 1475, contiene la firma autografa del principe.

La lettera del 1475, in particolare, conteneva tre molecole associate a proteine della retina e delle lacrime. Secondo gli scienziati, ci sono elementi per credere che Vlad III soffrisse di emolacria, e anche di una malattia infiammatoria della pelle, nonché di una patologia respiratoria. Potrebbe anche essere stato esposto a batteri affini a quello della peste.

Conclusioni

Di certo non si può escludere la possibilità che le proteine umane campionate siano state lasciate da altre persone che maneggiavano i documenti, ma l’ipotesi che anche il crudele Vlad Țepeş III avesse un punto debole, per giunta legato al proprio sangue, rimane alquanto suggestiva. In passato si è anche pensato che Vlad III soffrisse di porfiria, una malattia del sangue che causa anemia, lesioni cutanee e intolleranza alla luce. Un tempo queste questioni venivano affrontate anche con l’ingestione di sangue animale, un fatto che potrebbe aver alimentato il mito dei vampiri.

Storia

La schiavitù

La schiavitù negli stati Uniti d’America fu un istituto previsto dalla allora vigente legislazione, durata per più di un secolo, da prima della nascita degli Stati Uniti nel 1776, e continuata per lo più negli Stati del Sud, fino al passaggio del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti nel 1865, a seguito della guerra civile.

Tale forma di schiavismo consisteva nell’assoggettamento di persone “acquistate” in Africa da mercanti di schiavi per essere utilizate come servitori domestici e come raccoglitori nelle piantagioni delle colonie. La prima colonia inglese dell’America del Nord, la Virginia, acquisì i primi schiavi nel 1619, dopo l’arrivo di una nave con un carico non richiesto di 20 individui africani, dando vita così alla diffusione, che fino ad allora era una pratica delle colonie spagnole in Sudamerica.

Lo schiavismo interessò principalmente le zone in cui vi erano terreni fertili adatti per vaste piantagioni di prodotti molto richiesti, come tabacco, cotone, zucchero e caffè. Gli schiavi si occupavano dei lavori manuali, come arare e raccogliere in questi vasti campi. L’efficienza del lavoro era supervisionata da sorveglianti, che si assicuravano, anche e soprattutto con mezzi violenti, che gli schiavi lavorassero più possibile.

La "Rosa Bianca"

La “Rosa Bianca” (Weisse Rose, in tedesco) fu un grupo di resistenza tedesca, contro la dittatura del nazional-socialismo, formato da studenti e basato essenzialmente su valori cristiani. Fece ricorso ad azioni non violente nella Germania nazista, dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.

Il gruppo fu operativo a Monaco di Baviera, città nella quale diffuse 6 opuscoli che invitavano i tedeschi ad opporsi, con la resistenza passiva, al regime nazista. Un settimo opuscolo, che era stato solo progettato, non venne mai distribuito perché il gruppo cadde nelle mani della Gestapo. Il gruppo della Rosa Bianca era composto da 5 studenti: i fratelli Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e William Graf, tutti poco più che ventenni. Ad essi si unì anche un professore, Kurt Huber, che stese gli ultimi due opuscoli.

L'Operazione Valchiria

L’attentato del 20 luglio 1944, noto con il nome in codice di “Operazione Valchiria”, fu il tentativo organizzato da alcuni politici e militari tedeschi della Wehrmacht, e attuato dal colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, di assassinare Adolf Hitler. Esso ebbe luogo all’interno della Wolfsschanze (nota in italiano come “La Tana del Lupo“), il quartier generale del Führer, sito a Rastenburg, nell’allora Prussia Orientale.

Lo scopo era quello di eliminare Adolf Hitler e, attraverso un Colpo di Stato, instaurare un nuovo regime che avesse il compito di negoziare una pace separata con gli Alleati, allo scopo di evitare la disfatta militare e l’invasione della Germania da ovest, continuando la guerra ad est contro l’Unione Sovietica.

L’attentato fu pianificato sfruttando la possibilità che offriva il piano Valchiria, ossia la mobilitazione della milizia territoriale in caso di Colpo di Stato o insurrezione interna, opportunamente modificato dal colonnello von Stauffenberg. L’esplosione dell’ordigno ha ucciso tre ufficiali e uno stenografo civile, tuttavia il Führer subì solo ferite più o meno lievi.

L'invasione della Baia dei Porci


L’invasione della Baia dei Porci fu il fallito tentativo di rovesciare il governo di Fidel Castro a Cuba, messo in atto dalla CIA degli Stati Uniti d’America, per mezzo di un gruppo di esuli cubani anti-castristi, fatti sbarcare nella parte sud-ovest dell’isola. L’operazione è conosciuta in inglese come “Bay of the Pigs Invasion” e, tra i cubani con il nome spagnolo di “Invasiòn de Playa Giròn” oppure “Batata de Giròn”.
L’operazione, programmata dal direttore della CIA Allen Welsh Dulles durante l’amministrazione Wisenhower, fu lanciata nell’aprile 1961, nemmeno tre mesi dopo l’insediamento di John Fitzgerald Kennedy alla Presidenza. Le forze armate cubane, equipaggiate e addestrate dalle nazioni filo-sovietiche del blocco orientale, sconfissero la forza d’invasione in tre giorni di combattimenti.

Costituzione

Vacanze in Italia


In Italia le vacanze sono diritto sancito dalla Costituzione, secondo l’articolo 36. Oggi giorno per legge gli italiani possono godere una media di 31 giorni di ferie pagate all’anno, distribuite tra Natale, Pasqua, Ferragosto, ecc. Se vi sembra poco ricordate che in Giappone sono concessi solo 10 giorni di ferie all’anno, mentre negli Stati Uniti le ferie non sono considerate un diritto e non vengono nemmeno pagate.

Il suffragio universale

Il suffragio universale è il principio secondo il quale tutti i cittadini, di norma al raggiungimento della maggiore età, possono esercitare il diritto di voto e partecipare alle elezioni politiche ed amministrative, e ad altre consultazioni pubbliche (come il referendum) senza alcuna restrizione di natura culturale, socieconomica e psicologica (per esempio etnia, ceto, genere, orientamento sessuale ecc.). È perciò contrapposto al suffragio ristretto, che può essere fondato sul censo (suffragio censitario), sul sesso (suffragio maschile, perchè il diritto di voto non è riconosciuto alle donne) oppure sul grado d’istruzione.
In Italia si ottenne nel 1946.
Il 10 marzo del 1946 ebbero luogo le prime elezioni “amministrative” con partecipazione femminile.
Per quanto riguarda le “politiche”, il 2 giugno e la mattina del 3 giugno 1946 ebbe luogo il referendum per scegliere tra monarchia o repubblica a cui i cittadini e le cittadine italiane votarono per la prima volta con suffragio universale.

La secolarizzazione

La secolarizzazione (il cui significato si riconduce al termine latino saeculum, con il significato di mondo) è un fenomeno composto di tre parti “diverse, ineguali e distinte“.
  1. Separazione tra istituzioni religiose e istituzioni secolari;
  2. Declino delle credenze e delle pratiche religiose;
  3. Confinamento della fede nella sfera privata;
Il termine è entrato nel linguaggio giuridico durante le trattative per la pace di Vastfalia (1648) allo scopo di indicare il passaggio di beni e territori dalla Chiesa a possessori civili, e adottato in seguito dal diritto canonico per indicare il ritorno alla vita laica da parte di membri del clero.
Nel XIX secolo è passato ad indicare il processo di progressiva autonomia delle istituzioni politico-sociali e della vita culturale dal controllo e/o dall’influenza della religione e della Chiesa.
In questa accezione, che fa della secolarizzazione uno dei dati salienti della modernità, il termine ha perso la sua originaria neutralità e si è caricato di connotazioni di valori di segno opposto designando per alcuni un positivo processo di emancipazione, per altri un processo degenerativo di desacralizzazione che apre la strada al nichilismo.

Il Codice Hammurabi

(particolare del codice Hammurabi)
Il Codice Hammurabi è una fra le più antiche raccolte di leggi scritte, risalente al XVIII secolo a.C., appartenente alla civiltà babilonese. Il testo è anche considerato una delle opere letterarie più importanti e conosciute dell’antica Mesopotamia. È un importante fonte riguardante i sistemi legali del’antichità.
La formulazione risale al Regno di Hammurabi, sesto re della Dinastia di Babilonia. Si tratta di un testo in scrittura cuneiforme inciso su una stele in diorite, alta 2,25 metri, quasi completamente conservata, su diversi frammenti di stele di basalto e su oltre 30 copie realizzate su tavolette di argilla, tra il II ed il I millennio a.C. La stele in diorite è oggi esposta al museo di Louvre di Parigi e, come i frammenti delle stele di basalto, venne trovata dagli archeologi francesi a Susa, dove giunse nel XII secolo a.C. dopo essere stata sottratta alla Babilonia.
Essendo in buono stato di conservazione, lo scritto e completamente noto. Il testo è composto da circa 8000 parole scritte in 51 colonne, ciscuna con circa 80 righe, in carattere cuneiforme antico babilonese. Il contenuto può essere approssimativamente diviso in tre sezioni:
  1. Un prologo di circa 300 righe, che spiega la legittimazione divina del re;
  2. Una parte principale, con 282 clausole legali;
  3. Un epilogo di circa 400 righe, che loda la rettitudine del re e invita i successivi governanti a obbedire ai principi legali espressi.

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