pubblicato a luglio 2024

prossimo a settembre 2024

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sapevi che?

George Carlin

Il paradosso del nostro tempo

George Carlin
  • George Dennis Patrick Carlin (New York, 12 maggio 1937 – Santa Monica, 22 giugno 2008) è stato un comico, attore e sceneggiatore statunitense. George Carlin nasce a New York e cresce in un quartiere di Manhattan, che lui soprannomina “la Harlem bianca“. Viene cresciuto dalla madre che aveva lasciato il padre quando lui aveva due mesi; il padre muore quando George ha otto anni. All’età di 14 anni, Carlin lascia la scuola e si arruola nell’aviazione, formandosi al mestiere di tecnico radar; presta servizio presso la base aerea di Barksdale, a Bossier City, Louisiana. Durante questo periodo comincia a lavorare come disc jockey in una città nei pressi della base militare. Non termina il servizio: considerato “non produttivo” dai superiori, viene congedato nel luglio 1957.
  • A 18 anni comincia a scrivere alcune scenette e si esibisce come comico nei locali notturni. Trova il successo e appare nei programmi di varietà alla televisione negli anni sessanta.
    Era celebre per l’atteggiamento irriverente e le osservazioni sul linguaggio, la psicologia e la religione, nonché su numerosi argomenti considerati tabù negli Stati Uniti.

"Seven Dirty Words"

  • Il suo sketch “Seven Dirty Words” (“Sette parole volgari”) degli anni settanta fu oggetto di una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, a seguito della quale il governo statunitense fu autorizzato a regolamentare il contenuto delle trasmissioni pubbliche per evitare l’uso di un linguaggio troppo volgare alla radio e alla televisione. Esistono, quindi, sette parole che non possono essere pronunciate in onda, sotto pena di sanzioni piuttosto pesanti.
    Carlin era uno “stand up comedian” satirico alla Lenny Bruce. Nel 2004 la rete Comedy Central lo ha classificato secondo miglior comico statunitense di tutti i tempi dietro a Richard Pryor.

Carlin e la religione

  • Carlin e la religione: George Carlin fu educato secondo la religione cattolica, come egli stesso narra in “Class Clown”. Tuttavia era un ateo dichiarato, divenuto famoso per la sua scenetta in cui parodiava e ridicolizzava la religione, in particolare quella cristiana, presentandola come “la campionessa assoluta in termini di false promesse e pretese esagerate”, nella convinzione che l’uomo non deve aver timore di Dio, poiché ci avrebbe creati con un libero pensiero.
  • “La religione ha convinto la gente che c’è un uomo invisibile che vive in cielo e guarda tutto ciò che fai, ogni minuto di ogni giorno. E l’uomo invisibile ha una lista di dieci specifiche cose che non vuole che tu faccia. E se fai una qualunque di quelle cose, ti manderà in un posto speciale, pieno di fuoco e fiamme e torture e angoscia, dove vivrai e soffrirai e griderai e brucerai per sempre, fino alla fine dei secoli. Ma lui ti ama. Ti ama e ha bisogno di soldi!”

(George Carlin)

  • Ecco un suo celebre monologo: Il paradosso
Il paradosso del nostro tempo nella storia è che
abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.
 
Spendiamo di più, ma abbiamo meno,
comperiamo di più, ma godiamo meno.
Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,
più comodità, ma meno tempo.
 
Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,
più conoscenza, ma meno giudizio,
più esperti, e ancor più problemi,
più medicine, ma meno benessere.
 
Beviamo troppo, fumiamo troppo,
spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.
 
Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,
ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,
ma non come vivere.
 
Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.
Siamo andati e tornati dalla Luna,
ma non riusciamo ad attraversare la strada
per incontrare un nuovo vicino di casa.
Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.
Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
Abbiamo pulito l’aria, ma inquinato l’anima.
Abbiamo dominato l’atomo, ma non i pregiudizi.
 
Scriviamo di più, ma impariamo meno.
Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.
Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni,
per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.
George Carlin.

continua...

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,
grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni.
Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
case più belle ma famiglie distrutte.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa egetta,
della moralità a perdere, delle relazioni di una notte,
dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto,
dal rallegrarti al calmarti, all’ucciderti.

 
È un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino.
Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera,
e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri,
o di cancellarle.
 
Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora,
perchè non saranno con te per sempre.
Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso in soggezione,
perchè quella piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco.
 
Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco,
perchè è l’unico tesoro che puoi dare con il cuore e non costa nulla.
Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo.
 
Un bacio e un abbraccio possono curare ferite
che vengono dal profondo dell’anima.
Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti,
perchè un giorno quella persona non sarà più lì.
Dedica tempo all’amore, dedica tempo alla conversazione,
e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.
E ricorda sempre: la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

(George Carlin)

Pensavamo che... invece...

  • Per convenzione, quando si insegna biologia nelle scuole si riferisce agli studenti che l’essere umano è dotato di cinque sensi: vista, olfatto, gusto, udito e tatto, il che non è sbagliato. Tuttavia, si dovrebbe aggiungere che in realtà siamo dotati di moltissimi altri sensi e che i cinque sopra citati sono solo i principali, quelli più immediati da indagare. Alcuni altri sono: il dolore, ognuno di noi è dotato di recettori che inviano un segnale al cervello, pertanto è una questione sensoriale, la tensione, provoca un irrigidimento di muscoli e tendini, l’equilibrio, la capacità di avvertire la mancanza di gravità o viceversa di sapere di essere perfettamente in asse, la fame e la sete, in tal caso si tratta di segnali inequivocabili di cui abbiamo massima percezione, che possono essere associati agli altri sensi, i principali come gusto e olfatto.

Zuccheri ed iperattività

  • Per decenni si è ritenuto, erroneamente e solo ed esclusivamente sulla base di congetture, che un’elevata assunzione di zuccheri rendesse i bambini iperattivi. Premesso che lo zucchero, se assunto in notevoli quantità, può creare diversi danni a tutte le età, la scienza ha però rilevato che in realtà non ha un effetto così significativo sui bambini, o per lo meno non a prescindere. Sono stati condotti diversi studi che hanno dimostrato che non esiste una correlazione effettiva tra il consumo di zuccheri e l’iperattività nei più piccoli. Dunque si tratta di una credenza popolare, ma non di un dato scientificamente testato, anzi!
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Si perde massa quando si suda?

  • È convinzione di moltissime persone che attraverso il sudore si possa dimagrire e perdere massa grassa. In realtà, sudando si eliminano tossine e sali minerali, non avviene alcuna perdita di peso. Se la sudorazione deriva da uno sforzo fisico, come un allenamento in palestra, allora sì potreste perdere peso; ma attenzione, le due cose non sono correlate, è lo sforzo a cui è sottoposto il corpo a fare tutto il lavoro, il sudore è solo una banale conseguenza. Pensate anche che il caffè possiede delle proprietà interessantissime: accelera il metabolismo, stimola il corretto funzionamento dell’apparto cardiaco, favorisce la perdita di peso e come è noto a tutti la caffeina permette di tenere alta l’attenzione, anche quando si è fisicamente stanchi.

Meglio BIO?

  • MEGLIO BIO? Per stabilire se gli alimenti di origine biologica siano più sani e nutrienti di quelli convenzionali, infatti, la Food Standard Agency (l’agenzia britannica per la sicurezza alimentare) nel 2009 ha commissionato la più grande rassegna di ricerche scientifiche mai effettuata in questo campo. I ricercatori hanno esaminato i risultati di tutti gli studi che avevano messo a confronto, dal punto di vista nutrizionale, prodotti biologici e prodotti convenzionali. Il risultato: per 16 delle 23 categorie di sostanze nutritive analizzate non ci sono differenze tra i vegetali prodotti in modo biologico e quelli prodotti in modo convenzionale. Invariati, per esempio, calcio, potassio e vitamina C.
  • In generale, i prodotti convenzionali avevano in media un contenuto più alto in azoto, mentre quelli biologici contenevano più zuccheri, magnesio, zinco, flavonoidi. In ogni caso la rassegna ha concluso: “Non ci sono prove che una dieta più ricca delle sostanze che si trovano in quantità maggiore nei prodotti biologici possa portare benefici a individui che abbiano una normale dieta variata”. I risultati sono stati confermati nel 2012 da un’altra vastissima ricerca dell’Università di Stanford, apparsa sugli Annals of Internal Medicine.

Curiosità continua...

Il frutto proibito

  • Il frutto proibito, quello che determinò la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, non era una mela e possiamo affermarlo con certezza. Riprendendo il passo della Genesi in cui si trova la descrizione dell’evento si legge: “Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture”. Non si fa mai riferimento alla tipologia del frutto; negli anni, probabilmente, l’idea della mela è stata assunta come valida per diverse ragioni, culturali, semantiche e così via, ma tecnicamente, seguendo il testo in ognuna delle sue traduzioni non si parla mai, in nessuna circostanza, di una mela. Dunque qual è il frutto? Sono state approntate diverse teorie in merito, ma nessuna ha avuto ancora un riscontro “scientifico”.

Il linguaggio del corpo

  • Se state portando avanti una conversazione con una persona che ritenete bugiarda, ma non ne siete sicuri, affidatevi al linguaggio del corpo. La scienza afferma che se una persona sta mentendo durante uno scambio di informazioni tenderà a non gesticolare affatto; l’immobilità è sinonimo di menzogna. L’interlocutore che invece si sbraccia e fa il possibile perché la sua versione risulti credibile sta raccontando i fatti esattamente come sono accaduti e fa di tutto perché dall’altra parte si entri in empatia con il suo racconto. Il linguaggio non verbale potrebbe svelarvi la verità.
  • Vi è mai capitato che ad un certo punto della giornata i vostri sentimenti si ‘spengano’ all’improvviso? Si tratta del Dissociation Spectrum, intesa come un meccanismo difensivo della nostra mente che ci permette di distaccarci dal mondo esterno.

Il cioccolato senza dubbi fa bene

  • Gli italiani non hanno dubbi: addirittura il 99% degli intervistati è fermamente convinto che il cioccolato faccia bene all’umore. E in effetti è proprio vero! Gli zuccheri in esso contenuti aumentano il livello di serotonina, che migliora il nostro stato d’animo, mentre il magnesio aiuta a combattere ansia e stress.

I Simpson

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  • Da oltre 30 anni “I Simpson” è una delle trasmissioni di intrattenimento più amate in tutto il mondo. Quelli di Homer e di tutti gli abitanti della Springfield di Matt Groening sono diventati volti iconici, noti ai telespettatori di tutte le età. Soltanto i più attenti, però, avranno notato che tutti i personaggi contano quattro dita per mano, tranne uno: Dio. Non si mostra spesso: è canuto, ma il suo volto non viene mai svelato, però ha cinque dita. Perché? È presto detto: non si tratta solo di un fatto simbolico, ma è quasi prettamente una questione pratica. Per i disegnatori è molto più semplice disegnare quattro dita anziché cinque ed è anche molto meno dispendioso per la produzione. C’è anche un’altra ipotesi amena: Dio sarebbe la rappresentazione versione cartoon di Matt Groening – creatore de “I Simposon” -, dunque un umano.
  • La persona più giovane ad aver vinto un Premio Nobel per la pace è stata Malala Yousafzai (a 17 anni nel 2014), per il suo operato come attivista per i diritti dei bambini e delle ragazze ad avere un’istruzione.
  • L’Islanda, le Faroe Islands, e l’Isle of Man possono tutte affermare di avere il più antico parlamento della storia, essendo stati tutti fondati nel 9° e 10° secolo.
  • La compagnia più ricca al mondo nel 2020 era la Saudi Aramco, una compagnia nazionale saudita di idrocarburi.

Balut, un uovo davvero speciale (sud-est asiatico)

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  • Mai visto nulla di più raccapricciante al mondo. Il Balut, letteralmente “incartato”, è un uovo, solitamente di anatra o gallina, fecondato, quindi in attesa di schiusa per dar vita al pulcino o alla piccola anatra… e invece no, perchè qualcuno ha avuto la simpatica pensata di bollirlo proprio poco prima della schiusa.
  • Il processo è davvero certosino: dopo la raccolta delle uova fecondate, le stesse vengono esposte al sole per favorirne lo sviluppo. Dopo circa 7 giorni vengono esaminate in controluce per verificare lo stato di avanzamento dell’embrione. Se lo contengono, vengono incubate per altri 8 giorni.
  • Pensate addirittura che vi sono due modi per consumarli: nelle filippine preferiscono lessare l’uovo prima dei 17 giorni, quando cioè è ancora tenero e lo scheletro non si è formato; in Vietnam e Cambogia invece, aspettano 20 giorni, quando cioè lo scheletro, compreso becco e zampe, si sono quasi sviluppati.
  • E pensare che è considerato addirittura un piatto prelibato e viene servito nei ristoranti più esclusivi.

Il più più...

Hanno lasciato un segno nel mondo...

Oscar Wilde

Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde, noto come Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900) è stato uno scrittore, aforisma, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età vittoriana, esponente del decadentismo e dell’estetismo britannico. Autore, dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto raffinata e incline alla ricerca del “bon mot” (della “battuta” di spirito), con uno stile talora sferzante ed impertinente egli voleva risvegliare l’attenzione dei suoi lettori ed invitargli alla riflessione. È noto soprattutto per l’uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato.

Famiglia

Nato da famiglia irlandese, trasferitosi poi in Inghilterra, l’episodio più notevole della sua vita, di cui si trova ampia traccia nelle cronache del tempo, fu il processo e la condanna a due anni di lavori forzati per “gross public indecency”, come era definita l’omosessualità dalla legge penale che codificava le regole, anche morali, riguardanti la sessualità. Wilde, già sposato perse la possibilità di vedere i due figli. Dovette abbandonare la Gran Bretagna per l’Europa continentale; morì in Francia per meningo-encefalite, dopo essersi convertito, in punto di morte, alla religione cattolica, a cui da tempo si sentiva più vicino.
Le sue opere, tra le quali, in particolare, i suoi testi teatrali, sono considerate dai critici, dei capolavori del teatro dell’Ottocento.

Salvador Dalì

Salvador Dalì, all’anagrafe Salvador Domènec Felip Jacint Dalì (Figueres, 11 maggio 1904 – Figueres, 23 gennaio 1989) è stato un pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo.

Stravagante ed eccessivo

Faceva risalire il suo “amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali”, sostenendo che i suoi antenati discendono dai Mori. Dalì, dotato di una grande immaginazione e con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti, irritò coloro che hanno amato la sua arte e infastidì i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l’attenzione più delle sue opere.

Surrealismo

Dalí insistette sul concetto che il surrealismo può esistere anche in un contesto apolitico e si rifiuto di condannare esplicitamente il fascismo, uno dei fattori che creò dei problemi con i suoi colleghi. Più tardi, sempre nel 1934, Dalì fu sottoposto ad un “processo” a seguito del quale fu formalmente espulso dal gruppo dei surrealisti. Come reazione Dalì dichiarò: “Il surrealismo sono io”.

Prime volte...

Il primo selfie

Robert Cornelius migliorò la tecnologia di Louis Daguerre e, di conseguenza, ottenne questa immagine. Non è stato solo il primo selfie, ma anche il primo ritratto umano distinto nella storia!

La prima foto a colori

La prima foto a colori è stata scattata da James Maxwell durante i suoi esperimenti con tecnologie a tre colori. La foto mostra un nastro scozzese.

Il primo computer

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Questo è il primo computer sviluppato da Steve Wozniak e presentato al pubblico da Steve Jobs. È stato acquistato da una sola persona: Paul Terrell. Il giorno successivo, Jobs è apparso scalzo nel negozio di computer di Terrell, il The Byte Shop, e ha fatto il primo accordo nella storia di Apple.

La prima auto

La prima auto progettata da Henry Ford nel suo garage si chiamava “Quadriciclo Ford”. Funzionava a benzina e si muoveva su 4 pneumatici da bicicletta. Dopo questo successo, Henry Ford decise di creare la Ford Motor Company nel 1903.

La prima Birra

La bevanda solitamente ottenuta dalla fermentazione del malto di orzo ed aromatizzata dal luppolo conosciuta con il nome di Birra viene prodotta da migliaia di anni. La prima testimonianza di produzione di questa bevanda risale a circa 7000 anni fa.

La storia dei brevetti

La storia dei brevetti ha inizio in Magna Grecia, più precisamente in Calabria, nella città di Sibari, racconta lo storico Filarco, fu concessa un’esclusiva di 12 mesi al cuoco che inventò una nuova deliziosa pietanza. In generale, nell’Antica Grecia “veniva offerto un incoraggiamento a tutti coloro che realizzavano un qualsiasi miglioramento al benessere, i relativi guadagni essendo assicurati all’inventore per un anno”. Un concetto certamente molto simile al brevetto, ma ancora solamente simbolico e non regolato da norme giuridiche specifiche.

Il primo brevetto

Ma il primo brevetto vero e proprio della storia risale al 1421 e fu concesso all’architetto Filippo Brunelleschi, alle prese con la costruzione del Duomo di Firenze, ed aveva la durata di 3 anni. Trent’anni più tardi, fu il re Enrico VI d’Inghilterra ad estendere la licenza di inventore fino a 20 anni, a favore dell’artista vetraio Giovanni di Utynam.
Nella seconda metà del ‘400 fu redatto lo Statuto dei brevetti veneziani, per regolamentare la nuova separazione tra processi artigianali e industriali, specialmente per quanto riguardava i sistemi di produzione del vetro veneziano.

La svolta

Ma la vera svolta in tema di brevetti si ebbe a seguito della Rivoluzione Industriale. Il 20 marzo 1883 fu firmata da 11 Stati la Convenzione di Parigi per la Protezione della Propriet` Industriale allo scopo di assicurare i diritti di proprietà industriale in tutti gli Stati membri. I primi Stati firmatari furono: Italia, Belgio, Brasile, Francia, Guatemala, Paesi Bassi, Portogallo, El Salvador, Serbia, Spagna e Svizzera.
Oggi la Convenzione di Parigi è ancora valida in 177 Paesi del mondo ed è amministrata dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO), con sede a Ginevra.

Altre prime volte...

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  • Il primo sito web creato è stato info.cern.ch, ed è ancora online. La pagina è stata scritta con l’aiuto della prima versione di HTML.
  • Il primo fast-food al mondo (Wurstkuchl) è rimasto ininterrottamente in attività dal 1146 d.C. ad oggi, questo “fast food” batte ogni record mondiale di longevità.
  • Ruth Mosko, aiutata dall’ingegnere Jack Ryan, creò la prima Barbie, a cui fu dato il nome della figlia, Barbara. La bambola esordì nei negozi il 9 marzo 1959, con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda; successivamente però sarebbe apparsa quasi sempre bionda.
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Il Portale delle curiosità di Cristina G.H.

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